Orestea di Eschilo nell’originale rilettura di Luca De Fusco

Orestea di Eschilo nell’originale rilettura di Luca De Fusco

Luca De Fusco ri-mette in scena dopo l'esperienza Siracusana l'intera trilogia di Eschilo in una rilettura che fa convivere come era al tempo di Eschilo danza musica e recitazione.

 

Nella primavera/estate 2014 l’INDA di Siracusa per il suo Centenario commissionò la regia dell’Agamennone a Luca De Fusco, e che registrammo presso un’altra testata, lo spettacolo faceva parte appunto della famosa trilogia di Eschilo, la regia delle altre due tragedie era affidata ad un altro regista. Nel 2015 il regista napoletano incoraggiato dal successo siracusano decide di rimettere in scena e proseguire con l’allestimento di tutta la Saga degli Argivi presso il Teatro Stabile di Napoli, stabile che dirige, con la stessa, bellissima traduzione di Monica Centanni. Recuperando due degli interpreti dell’edizione estiva: la preziosa e sempre graffiante Elisabetta Pozzi, che ancora una volta ci dona una Ciltennestra strepitosa, forte e di una assoluta modernità, cuore palpitante dello spettacolo e Mariano Rigillo che viene promosso al ruolo di Agamennone. Lo spettacolo al Teatro Greco di Siracusa aveva forti elementi identificativi come quella materia lavica di cui era invasa tutta l’orchestra e da cui fuoriuscivano, riacquistando vita, come ricordo primitivo il coro dei vecchi abitanti di Argo e ogni personaggio della tragedia e quelle porte dolorose in cima al monte, che si schiudevano, accennavano simbologicamente a pagine di un libro da cui prendere spunto per trarne suggestioni contemporanee, con l’intento di rendere viva quella materia rudimentale.

Orestea regia Luca De Fusco credit Fabio Donato

Oggi come allora per tener fede a una messinscena verosimile ma attuale Luca De Fusco mescola e assembla, facilitato da un ambiente più raccolto come il palcoscenico del Teatro Argentina, ove la trilogia è in scena fino al 17 gennaio, parola, danza – coreografie di Noa Wertheim su musica originale di Ran Bagno – e immagini video ed attraverso l’ausilio di questi elementi tradurre alla platea la materia eschliea. Difatti il tappeto purpureo che Clitennestra stende per accogliere in casa Agamennone diventa la proiezione una lingua di fuoco che cola, un rivolo di lava vulcanica che annuncia la tragica fine del re, o il piccolo monitor, scovato fra la luttuosa sabbia, su cui le profezie di Cassandra, una vigorosa e commovente Gaia Aprea, prendono la forma del racconto. E nella scoperta delle altre due tragedie che Luca De Fusco ci sembra abbia preso più confidenza, forte dell’esperienza precedente, e chiarisce la sua direzione. La tomba di Agamennone diventa un enorme schermo, un simulacro, su cui ormai quelle porte, che non più sono invalicabili, fanno da specchio. Un mega schermo/calpestio entro cui Oreste a cui da corpo Giacinto Palmarini, valido e energico, ed Elettra, Federica Sandrini, vorrebbero entrare per raccontare al mondo la loro tragica storia attraverso l’ausilio popolare della diffusione in digitale terrestre.

Ma la regia li riporta ai fatti concreti con la presenza di poche ma concrete Coefore capitanate da un’Angela Pagano che sembra una Winnie beckettiana, fuoriuscita da una sabbia senza tempo, senza spazio, entro cui era interrata per incitare alla vendetta l’impaurito ed impavido Oreste, è grazie a lei che il ragazzo prende coraggio e compirà quanto Apollo gli ha comandato di fare, uccidere sua madre e rompere cosi la catena dei delitti in casa Argiva. Vendetta è fatta e il giovane Oreste preso dai sensi di colpa compie tutti i riti necessari a purificare se stesso da quelle gesta che lo hanno compromesso al mondo. In suo soccorso giunge Apollo e Atena poiché quelle cornacchie protervie e superbe delle Erinni lo perseguitano, e fra loro si mescolano in incognito anche dei transgender, ma ben si celano sotto cappelli e tailleur nero pece. L’istituzione del tribunale della giustizia da parte di un Atena/Sfinge è la rappresentazione beffarda di una puntata di un Forum televisivo in cui la bilancia è telematica e la votazione la si può effettuare anche da casa tramite chiamata gratuita. Oreste è scagionato, ne ha passate tante ma finalmente può presentarsi al suo popolo purificato e con una santa assoluzione.

 

ORESTEA di Eschilo
traduzione Monica Centanni
con Mariano Rigillo, Elisabetta Pozzi, Angela Pagano, Gaia Aprea, Claudio Di Palma, Giacinto Palmarini, Anna Teresa Rossini, Paolo Serra Fabio Cocifoglia, Paolo Cresta, Francesca De Nicolais, Patrizia Di Martino,Gianluca Musiu, Federica Sandrini, Dalal Suleiman, Enzo Turrin

scene Maurizio Balò – costumi Zaira de Vincentiis

regia Luca De Fusco

produzione Teatro Stabile di Napoli, Teatro Stabile di Catania

Teatro Argentina di Roma, fino al 17 gennaio poi in turnè.

 

 

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