Omogenitorialità, anatomia di una nuova famiglia

L'omogenitorialità è il legame tra uno o più bambini con una coppia di persone omosessuali. Il termine deriva dal francese Homoparentalité creato nel 1997 dall’Associazione dei Genitori e Futuri Genitori Gay e Lesbiche (APGL) francese.

L’omogenitorialità è il legame tra uno o più bambini con una coppia di persone omosessuali. Il termine deriva dal francese Homoparentalité creato nel 1997 dall’Associazione dei Genitori e Futuri Genitori Gay e Lesbiche (APGL) francese. La famiglia è il legame che nasce fra due persone, un’istituzione fondamentale in ogni società umana e la visione della coppia eterosessuale base di un nucleo familiare è superata dal diritto alla maternità o alla paternità. Secondo stime fornite dall’Istituto Superiore di Sanità, in Italia ci sono circa centomila bambini e ragazzi cresciuti da genitori dello stesso sesso. Allo stato attuale manca una regolamentazione giuridica adeguata: le coppie omosessuali rischiano costantemente clandestinità sociale e boicottaggio nel diritto di potersi costruire un nucleo familiare.

arcobaleno“È giusto che gli omosessuali possano avere dei figli?” – Questa è la domanda ricorrente sull’omogenitorialità ma, secondo l’associazione Famiglie Arcobaleno, è un interrogativo errato in quanto la possibilità di mettere al mondo dei figli è una scelta personale. Sarebbe infatti più corretto chiedersi: “È giusto che le famiglie in cui uno o più genitori sono omosessuali subiscano delle discriminazioni? È giusto che bambini figli di omosessuali non godano di diritti uguali agli altri?”. Nonostante il termine omosessualità sia stato eliminato dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM) nel 1974 ed è stato dunque riconosciuto come una naturale espressione del vivere la propria attrazione erotico-sessuale verso persone dello stesso sesso, paradossalmente ancora oggi, individui con orientamento omosessuale sono ostacolati, respinti e sono spesso umiliati. Gli psicologi dell’American Psychological Association sottolineano la mancanza di prove scientifiche su un legame fra la stabilità dei bambini e l’essere dei buoni genitori omosessuali: “Sebbene l’esposizione al pregiudizio e alla discriminazione basati sull’orientamento sessuale possano causare stress acuti, non c’è alcuna prova affidabile che l’orientamento omosessuale possa di per sé compromettere le funzioni psichiche”. D’altro canto esistono teorie, spesso di matrice religiosa, che tentano di dimostrare l’importanza per un figlio di avere la figura del padre e della madre in quanto senza di esse un bambino crescerebbe con delle problematiche legate all’essere orfano di padre o di madre, oppure addirittura che questo possa provocare l’omosessualità stessa. Esistono poi casi limite, come quello dell’asilo di Egalia, vicino Stoccolma, dove la politica educativa è di far crescere i bambini senza stereotipi di genere dettati dalla società: non si usano distinzioni maschio/femmina si parla al neutro e non ci sono nemmeno giochi o colori adatti a maschietti e femminucce. Tutto questo per consentire lo sviluppo della persona indipendentemente dal sesso cui appartiene. Su questa stessa linea di pensiero, dove però l’omogenitorialità è una realtà consolidata, come in Inghilterra, il ministro dell’Istruzione ha vietato l’uso dei sostantivi “mamma” e “papà” e imposto di usare il più generico “genitori”. In questo caso il focus della discussione è il diritto di essere genitori non certamente di avere un papà e una mamma.

Il punto sull’Italia – La situazione italiana sull’omogenitorialità è però ancora lontana da casi come quello svedese o inglese. Esistono realtà associative come Famiglie Arcobaleno, Agedo o Genitori Rainbow che hanno l’obiettivo di lottare contro ogni forma di discriminazione affinché la genitorialità omosessuale sia riconosciuta nell’ordinamento giuridico italiano e che i figli siano tutelati nei loro affetti e nei loro beni. Sono però i piccoli cambiamenti che riescono a spingere la società verso una rivoluzione, basta per esempio iniziarne a parlare. Il caso più recente riguarda la polemica nata in un asilo di Roma dove è stata vietata la festa del papà per rispettare un bimbo figlio di una coppia di omosessuali ed è stato deciso di trasformare questa ricorrenza in una festa generica sulla famiglia. E parlarne significa anche trattare l’argomento nell’industria culturale, come per esempio in cortometraggi: si parla infatti di una famiglia omosessuale nel contesto socio-culturale dell’Italia odierna in “Regina Bianca”, presentato al RIFF Rome Independent Film Festival. Le famiglie omogenitoriali sono dunque una realtà visibile che aspetta solamente di poter vivere i propri diritti alla luce del sole.

Claudia Romano

COMMENTI

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    […] dirette e indirette. La storia di Simona e Gloria, due ragazze lesbiche che fanno parte delle Famiglie Arcobaleno, accompagna la narrazione parallelamente per tutta la durata del film, mentre sono riportate anche […]