Ancora un episodio di omofobia per le strade della Capitale. In questi giorni all’ingresso del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli alcune scritte hanno imbrattato i muri fra cui “Donne a casa a fare figli”, “No gay al comune”, “Praitano fatti curare”, “Lesbiche al rogo”.
Ancora un episodio di omofobia per le strade della Capitale. In questi giorni all’ingresso del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli alcune scritte hanno imbrattato i muri fra cui “Donne a casa a fare figli”, “No gay al comune”, “Praitano fatti curare”, “Lesbiche al rogo”. Frasi queste, di chi non accetta che a Roma siano in corsa per il Campidoglio esponenti impegnati per l’affermazione dei diritti civili e nella lotta contro tutti i tipi di discriminazioni. Commenta Andrea Maccarrone, Presidente del Circolo Mario Mieli: “Non è la prima volta che la nostra Associazione subisce questo genere di attacchi a sfondo omofobo” – e sottolinea che – ” Le scritte ignominiose che abbiamo trovato sui muri della nostra Associazione sono la prova lampante di quanto lavoro ci sia ancora da fare in questa città per la tutela delle persone gay, lesbiche e transessuali“.
Tutti pronti per il Roma Pride – Intanto il conto alla rovescia per il Roma Pride è ormai partito, tenetevi pronti e segnate questa data: sabato 15 Giugno. Roma Città Aperta lo slogan di quest’anno: un appello indirizzato a chi vuole dimostrare che Roma e l’Italia sono pronte e aperte ad accogliere cambiamenti radicali. Il Pride è simbolo di una rivoluzione pacifica di diritti, gioia, libertà, uguaglianza, amore, corpi, colori, vite, passioni, impegno e diversità che orgogliosamente sfileranno per la città. Ma davvero la città è pronta ad affrontare questa rivoluzione che tarda ad arrivare in un paese come il nostro? Basti pensare che nell’ultimo anno, mentre in tanti Paesi sono state approvate o sono comunque in discussione leggi che riconoscano il matrimonio egualitario per coppie dello stesso sesso, adozioni, omogenitorialità e altre norme sui diritti civili per le persone lgbtqi, l’Italia non ha ancora portato avanti alcun progetto concreto.
La città diventa Pride Park – Centro in cui la comunità lgbtqi si è presentata negli ultimi due anni ai romani con dibattiti, presentazioni di libri, performances e spettacoli, quest’anno non si limiterà ad una piazza come è stato nell’edizione precedente a Villa Gordiani o per quella dell’Europride a Piazza Vittorio: il Pride Park si delocalizzerà attraverso punti informativi centrali e periferici della città durante la settimana precedente la manifestazione. Volontari e militanti saranno uniti per promuovere come ogni anno l’evento in volantinaggi ed in serate affinché, come ogni anno, possano emergere davanti all’opinione pubblica delle realtà che esistono da sempre di cui però ci si ostina a negarne l’affermazione.
Claudia Romano
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