Omofobia, “non rimanete nel buio”: l’appello di Teresa Manes

Omofobia, “non rimanete nel buio”: l’appello di Teresa Manes

Omofobia e discriminazioni, "non rimanete nel buio": l'appello di Teresa Manes.

Teresa Manes, “le parole possono uccidere” – “Le parole possono uccidere” è la dichiarazione di Teresa Manes, madre di Andrea, il ragazzo 15enne vittima di bullismo impiccatosi lo scorso anno. Andrea era stato deriso più volte dai suoi coetanei che avevano addirittura creato una pagina Facebook contro di lui. Oggetto di derisione erano quei suoi pantaloni rosa che indossava sempre e che gli davano un carattere più effeminato. Col passare del tempo, il ragazzo non riusciva più a sopportare d’essere additato e preso in giro e, non reggendo il peso, ha deciso di togliersi la vita. A distanza di un anno, Teresa Manes ricorda il passato del figlio in un libro, Andrea – Oltre il pantalone rosa, in cui descrive la sua storia attraverso gli stati d’animo e le sofferenze vissuti.

bullismo gay

Omofobia e discriminazioni: un altro episodio – Le parole di Teresa Manes sottolineano la drammaticità di un altro episodio, quello di Simone, ragazzo gay di 21 anni, gettatosi dal terrazzo di un ex pastificio a Roma lo scorso 26 ottobre, dopo aver lasciato un biglietto ai familiari: “Sono stanco. Gli omofobi facciano i conti con la propria coscienza”. L’omofobia e le discriminazioni registrano già il terzo caso di suicidio a Roma negli ultimi dodici mesi. L’emarginazione subita dai gay all’interno della società e i loro disagi dovuti anche alla mancanza di una politica a loro favore li conduce più volte a chiudersi in se stessi, nei propri dolori, non cercando il dialogo nemmeno con la famiglia, che invece può rivelarsi l’ancora a cui sorreggersi.

omofobia

Omofobia, “non rimanere nel buio”: l’appello di Teresa Manes – Proprio per stimolare il dialogo, Teresa Manes lancia il suo appello: “non rimanete nel buio”. Dal tono forte e commosso, le parole vogliono incoraggiare i giovani a tirar fuori il loro disagio e a farsi avanti perché soltanto parlando si può trovare la soluzione”.

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