L’aborto volontario viene spesso a scontrarsi con l’obiezione di coscienza. In Italia, sono tanti i medici obiettori che, per motivi ideologici e morali, si rifiutano di eseguire l’intervento di interruzione volontaria di gravidanza (IVG).
Obiettori di coscienza, l’aborto in Italia e la legge 194 – L’aborto volontario viene spesso a scontrarsi con l’obiezione di coscienza. In Italia, sono tanti i medici obiettori che, per motivi ideologici e morali, si rifiutano di eseguire l’intervento di interruzione volontaria di gravidanza (IVG). La loro scelta è tutelata dalla Legge del 22 maggio 1978 n. 194, il cui Art. 9 recita: “L’obiezione di coscienza esonera il personale sanitario ed esercente le attività ausiliarie dal compimento delle procedure e delle attività specificamente e necessariamente dirette a determinare l’interruzione della gravidanza, e non dall’assistenza antecedente e conseguente all’intervento”. Questa condizione, tuttavia, comporta il sorgere di numerose problematiche in quanto le donne si trovano spesso a dover provvedere da sole.
“Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. L’interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite. Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che l’aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite.” (Legge 22 maggio 1978, n. 194; Art. 1)
Interruzione volontaria di gravidanza – L’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) in Italia è consentita dalla legge sulle Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza. Purché essa non sia utilizzata ai fini di limitare le nascite, è possibile “quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna”, e “quando siano accertati processi patologici, tra cui quelli relativi a rilevanti anomalie o malformazioni del nascituro, che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna”.
L’IVG è un diritto della donna – Se la legge tutela la scelta dei medici di praticare il rifiuto per l’intervento dell’IVG, tuttavia, la stessa legge obbliga gli obiettori di coscienza a garantire l’assistenza per la donna sostituendo il personale medico obiettore con un altro che acconsenta all’aborto. I problemi sorgono proprio per questo motivo, perché nella maggior parte dei casi questo non avviene. Se vogliamo attenerci alle leggi riconoscendo l’obiezione di coscienza, dobbiamo tuttavia rispettarle in toto assicurando la dovuta assistenza ad una donna che, anch’essa tutelata dallo stesso decreto, voglia procedere ad un’interruzione volontaria di gravidanza. L’IVG, infatti, entro i precisi termini sopra enunciati, è un diritto della donna.
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[…] che sul territorio nazionale sette medici su dieci sono obiettori (per saperne di più clicca quì:https://www.femaleworld.it/obiettori-di-coscienza-laborto-in-italia-e-la-legge-194/) . Tale diritto in Italia è garantito dalla legge 194 del 22 maggio del 1978. La 194 consente alla […]
[…] rosa profumatissima, ci porta a pensare anche alle spine costituite dalla realtà dell’aborto, oggetto di aspre battaglie e considerato un diritto inalienabile della donna. Occorre valutare che […]