Nove di Edoardo Erba con la regia di Mauro Avogadro

Nove di Edoardo Erba con la regia di Mauro Avogadro

Nove è il numero scelto da Edoardo Erba, autore del testo in scena all'Argot Studio di Roma, per rappresentare la perfezione dell'imperfezione. nove piccole storie ad incastro che raccontano di un futuro non troppo roseo.

Edoardo Erba è un prezioso drammaturgo italiano, ed essendo la drammaturgia in Italia una attività in via di estinzione, Edoardo Erba va protetto e tenuto riservato in quelle specie di teche per la sopravvivenza di bimbi gracili appena nati. Autore di varie commedie di successo è anche spesso, e volentieri, riduttore per la causa teatrale di testi altrui. Insomma è quello che si direbbe un abile manipolatore della materia drammaturgica. Ben conosce e ben addomestica alle esigenze della scena la sostanza del teatro: mescolando sapientemente racconto e parola. In Nove, andato in scena in debutto nazionale al Festival di Todi in settembre scorso e che riprende per le sue repliche romane all’Argot Studio per una manciata di recite, che la Compagnia Umberto Orsini imprenditorialmente coraggiosa produce. L’autore attraverso la simbologia rappresentata dal numero nove, cerca di racchiudere in nove piccole microstorie la totalità della perfezione in un’interessante forma di declinazione narrativa. Intersecando queste piccole pillole riesce ad alludere a un futuro non troppo roseo per le nuove generazioni. In questa visione apocalittico-autodistruttiva Edoardo Erba riesce anche a far sorridere. Ma purtroppo a ben vedere c’è poco da ridere.

Massimiliano Franciosa Claudia Crisafio foto Manuela Giusto

Si va da monitoraggi aziendali con speculazioni medico-farmacologiche su malformazioni infantili nel terzo mondo provocate da veleni potentissimi somministrati da eleganti verdi farfalle a malattie gravissime provocate dall’esposizione al sole. Da improvvisi rewind esistenziali fino a quasi non auto/riconoscersi più mentre il famoso risultato di Italia-Germania 4-3 del 1970 non è più lo stesso. Ma c’è spazio anche per una simpatica autocelebrazione in cui un autore/sceneggiatore in un auto/reading legge ad una sua attrice uno strampalato testo che a sua volta racconta di un improbabile casa di produzione televisiva che per convenienza volgerà la sua attività verso il settore commerciale. Insomma un autentico rompicapo alla Rubik con molteplici strani incastri e combinazioni che lascia ben poco sperare, fotografando una realtà assolutamente spietata e terribilmente tragica. Ma tutto questo avviene con la totale padronanza della materia e che l’autore di Maratona di New York ancora una volta mostra non perdere un colpo.

E la regia tecnologica e minuziosa di Mauro Avogadro, che si avvale di un mix di filmati di repertorio, imprime come incipit e chiosa finale le immagini dell’autore – proprio Edoardo Erba che simpaticamente si presta – tormentato durante la creazione, alle prese con la sua macchina da scrivere, proiettandole su schermi asimmetrici che costituiscono il sipario/filtro che separa il pubblico dai due generosi interpreti: Massimiliano Franciosa e Claudia Crisafio. Legati o sciolti poco importa ma sempre e comunque complementari sono, i due protagonisti. Ognuno di loro fa da spalla sportivamente e vicendevolmente all’altro. Un vero gioco d’attore. Immagini e musiche allusive per esaltare quanto accade esotericamente nove volte di seguito in questa surreale vita che ci aspetta.

NOVE di Edoardo Erba

con Massimiliano Franciosa e Claudia Crisafio

regia Mauro Avogadro

produzione Compagnia Umberto Orsini

ARGOT STUDIO, Roma fino al 29 novembre 2015

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