Non lasciarmi: il commovente e visionario romanzo di Ishiguro. In un'utopia politica, una grande storia d'amore che ci fa dire: Never let me go.
Non lasciarmi, never let me go– La tonalità di Non lasciarmi ricorda quella di Norwegian wood: quel blu di infinita nostalgia fin dall’inizio, la nostalgia che forse hanno tutte le storie se sono vere. Ishiguro ci racconta in fondo una grande storia d’amore attraverso gli occhi di Kathy, ragazzina ad Hailsham e poi donna ai centri di donazione. Ma anche un romanzo politico e visionario che ritrae un mondo come una delle sue possibilità future. Kathy, Tommy e Ruth vivono in un collegio, Hailsham. Non hanno genitori e non sono orfani. La loro crescita è affidata a tutori che insegnano loro ad esprimere se stessi e la propria anima attraverso l’arte. Ma la loro vita è già destinata ad un preciso obiettivo: abbandonata la breve parentesi di Hailsham, saranno assistenti, saranno donatori. Non lasciarmi è il tempo per capire davvero il significato di queste parole: il tempo di sentimenti forti, d’incontri e di separazioni. Di cose interrotte, mentre si tenta di capire cosa sia il futuro.
Il Norfolk e le cose perdute– Nel Norfolk vanno a finire gli oggetti perduti, questa è la diceria che circola tra i giovani studenti di Hailsham. E nonostante tutto, per tutta la vita, si continua a pensare che ogni cosa perduta trovi ancora il suo posto qui. Gli oggetti, le relazioni, le persone. Quello che resta è mettere su una vecchia cassetta con Jude Bridgewater che canta Never let me go, Non lasciarmi, e cercare di trattenere le cose fino a che è possibile. “È un peccato, Kath, perché ci siamo amati per tutta la vita” scrive Ishiguro.
Utopia di un mondo che fa paura– Tommy disegna animali nei loro più piccoli particolari anatomici. Ishiguro muove la stessa analisi microscopica nelle emozioni. La sinossi nell’edizione Enaudi recita: “È uno di quei rari libri che agiscono sul lettore come lenti d’ingrandimento: facendogli percepire in modo dolorosamente intenso la fragilità e la finitezza di qualunque vita”. E anche in un’utopia di un mondo che fa paura siamo protagonisti fino alla fine e, proprio come nelle nostre vite, continuiamo a dire: Non lasciarmi, non lasciarmi…
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