La Procura di Napoli ha sequestrato l'ex Italsider di Bagnoli in quanto l'area presenta un alto tasso di inquinamento
Disastro ambientale. E’ questa l’ipotesi di reato ipotizzata dalla Procura di Napoli, che questa mattina ha ordinato il sequestro delle aree dell’ex Italsider e dell’ex Eternit di Bagnoli. Il quartiere di Napoli torna ancora una volta a far parlare di sé dopo il tragico rogo che il 4 marzo scorso ha quasi distrutto il complesso della Città della Scienza. Il sequestro di questa mattina riguarda le aree già sottoposte a processo di bonifica dalla società Bagnolifutura spa, delle quali fa parte anche la cosiddetta “colmata di Bagnoli”. L’esito degli esami tecnici disposti dagli inquirenti ha infatti accertato che l’area presenta un alto tasso di inquinamento e, secondo la Procura, gli interventi di bonifica avrebbero ulteriormente aggravato la situazione.
Sequestrate aree ex Italsider Bagnoli – Secondo la Procura, guidata dalla pm Stefania Buda con il coordinamento dei Procuratori aggiunti Francesco Greco e Nunzio Fraiasso, le vicende legate alla bonifica delle aree di Bagnoli sono avvenute in “un contesto generalizzato di conflitto d’interesse”. Infatti, stando alle indagini del Comando Provinciale dei Carabinieri di Napoli e del Noe, il Nucleo Operativo Ecologico, “l’interscambio di ruoli tra controllori e controllati e il conflitto di interessi degli enti pubblici”, uniti al comportamento dei soggetti responsabili della vigilanza sulla salvaguardia ambientale, hanno causato lo “scadimento degli obiettivi di bonifica e dei controlli ambientali, causando un disastro ambientale”. La Procura ha ipotizzato anche il reato di truffa ai danni dello Stato, di falso in merito alle certificazioni di analisi e attestazioni di avvenuta bonifica, di miscelazione di rifiuti industriali e il favoreggiamento reale.
Gli indagati – Nel registro degli indagati sono finiti, quindi, i presidenti e i direttori generali della Società di Trasformazione Urbana Bagnolifutura Spa, i rappresentanti degli enti pubblici coinvolti a vario titolo nel processo di bonifica del sito, come il direttore generale del ministero dell’Ambiente, i dirigenti Arpac, il dirigente della Provincia e il coordinatore del Dipartimento Ambiente del Comune di Napoli, i legali rappresentanti e i tecnici delle ditte esecutrici dei lavori e la direzione dei lavori.
Augusto D’Amante
COMMENTI