Nel 1980 va in scena per la prima volta al Teatro San Ferdinando di Napoli Uscita di Emergenza, commedia di esordio di Manlio Santanelli, per la regia
Nel 1980 va in scena per la prima volta al Teatro San Ferdinando di Napoli Uscita di Emergenza, commedia di esordio di Manlio Santanelli, per la regia di Bruno Cirino e l’interpretazione di Nello Mascia e lo stesso Cirino, e da allora in poi si son susseguite decine e decine di messinscene sia in Italia che all’estero della fortunata e riuscitissima commedia. In questi giorni è in scena al Teatro della Cometa di Roma fino al 25 Gennaio.
All’epoca quando la pièce debuttò si parlò della nascita di una nuova drammaturgia, accorpando Santanelli ad autori conterranei del calibro di Annibale Ruccello, Enzo Moscato, Antonio Scavone; questo solo per parlare di quella ondata di autori post-eduardiani che si affacciavano sul mediterraneo cercando di liberarsi da quella presenza ingombrante rappresentata da uno dei più grandi autori del novecento, ma il fenomeno riguardava tutt’Italia.
Manlio Santanelli, che fino ad allora si era occupato di sceneggiatura per conto della Rai, si distinse dai suoi contemporanei per una commistione ideale fra tematiche legate alla sua terra di origine ed uno stile personalissimo che lo legava agli autori d’oltralpe coniugando una nuova fase di teatro dell’assurdo. I suoi testi son stati sempre, anche i più recenti, contraddistinti da questa chiave surreale e irrazionale, mettendo a confronto realtà apparentemente diverse, creando nello scontro umano un linguaggio drammaturgicamente interessante.
E il risultato più alto di questa sintesi Santanelli lo ha raggiunto proprio col suo esordio, con Uscita di emergenza dove convenzionalmente sequestra per via dal ‘brachisismo’ che aveva colpito Napoli (come dice uno dei protagonisti) due personalità apparentemente diverse ma complementari, come Pacebene e Cirillo. Due amici: uno sacrestano che si allontana volutamente dal suo incarico con la sola colpa di aver profanato l’infanzia, con la paura di essere sospettato di pedofilia per aver rapito una bimba piccola poiché le femmine quando sono piccole non possono fare male, e l’altro un causidico suggeritore di teatro in pensione ma che per sbarcare il lunario rilega vecchi libri e che probabilmente ha assassinato la sua ex moglie, ma che una ripugnanza reciproca tiene entrambi uniti.
Confinati come Jennifer ed Anna di Le cinque rose… di Annibale Ruccello in un quartiere satellite, anche i due eroi di Uscita di Emergenza sono requisiti in una zona fantasma di una Partenope immaginaria e dove non abita più nessuno proprio in virtù delle scosse provocate da un terremoto della mente più che della crosta terrestre. Ma allo stesso modo così come sono confiscati e reclusi, sono braccati da un proprietario esigente o dal fratello dello stesso, quindi costretti e scacciati contemporaneamente.
È la grande metafora dell’essere ‘alloggiati’ di una città come Napoli, che ti accoglie e ti respinge in quell’eterna contraddizione di terra madre che ti genera, ti partorisce ma che ti scaccia se solo si rende conto che vuoi distorcere e modificare una realtà secolarizzata.
Enrico Maria La Manna regista dello spettacolo, non nuovo a messinscene di testi di Manlio Santanelli, ricordiamo la bella edizione sempre al Teatro della Cometa di Roma nel 2013, de Il mio Cuore nelle tue mani con Tosca D’Aquino e Gea Martire, raggela, virgoletta tutta l’atmosfera in un quadrilatero sospeso dal tutto e crea un atmosfera da thriller, quindi via tutti i momenti comici e surreali semmai ci si trova in un atmosfera kafkiana, piena di suspense e di terrore, i due protagonisti sono cattivi, cinici e perversi e il gioco che conducono li porterà inevitabilmente al sopprimersi vicendevolmente, due postazioni diverse e come zattere da interscambiarsi ad intervalli regolari ed anche l’incombente terremoto è un meccanismo ad orologeria, un tarlo sinistro e perverso, una corda tesa su di uno strumento che incute terrore più che paura. Una casa degli orrori da cui non si esce vivi!
Ma il lavoro più interessante è fatto sulle luci incisive e poetiche e sulla scena ad opera di Massimiliano Nocente che crea uno spazio nello spazio rendendo prezioso omaggio a due grandi artisti del secolo scorso, uno è a Lucio Fontana, pittore milanese, con una enorme tela monocroma squarciata, tagliata, posseduta… sospesa nello spazio con tanto di passe-partout, al posto del soffitto, per rappresentare un concetto di spazialità atemporale in cui i due personaggi potrebbero reiterare all’infinito le loro azioni e la loro ritualità e l’altro è Jannis Kounellis, scultore greco, con gli ammassamenti dei suoi sacchi murati uno sull’altro, un muro di questi elementi rappresenta forse la famosa uscita di emergenza del titolo dell’opera ma che non ha ragione di esistere, è murata come in un bunker, ed è passata un’altra giornata…
Gli interpreti entrambi validissimi sono Vittorio Viviani e Gino Ariuso.
Mario Di Calo
USCITA DI EMERGENZA
di Manlio Santanelli
con Vittorio Viviani e Gino Ariuso
regia Enrico Maria Lamanna
scene Massimiliano Nocente
costumi Teresa Acone
produzione Artenova
Teatro della Cometa
Roma
dal 7 al 25 gennaio
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