Riprende la turnè dello spettacolo che ha debuttato quest'anno all'Estate Teatrale Veronese e che vede protagonista assoluta Nancy Brilli come interprete del personaggio Shakesperiano, Caterina Minola, e che è di passaggio al Teatro Quirino di Roma.
Negli ultimi anni sui palcoscenici italiani si sono avvicendate parecchie versioni de La Bisbetica Domata Shakespeariana, da quella messa in scena da Armando Pugliese e che ha girato per diverse stagioni, in cui il regista napoletano ambientava l’incontro fra Petruccio e Caterina in un universo gitano in cui la donna è ancora oggetto di compravendita o addirittura di scambio, era anche un gioco ad incastri fra diverse epoche, reali o immaginarie, in cui la burla all’ubriacone Sly diventava la cornice ad effetto sogno in cui sia l’ubriacone sia gli spettatori venivano trascinati. Poi c’è stata l’edizione del maestro russo Andrej Konchalovskj, vista al Napoli Teatro Festival, in cui fra proiezioni animate di ispirazione Dechirichiana si veniva catapultati nel ventennio fascista, fra gerarchetti e charleston, in cui le donne ancora non avevano piena facoltà di voto, i due protagonisti conducevano un percorso più naturalistico a favore di un gioco di teatro nel teatro. Infine la versione più ridotta ma non per questo meno interessante, vista al Teatro India la scorsa stagione, del gruppo pugliese guidato da Tonio De Nitto che riconduceva simbolicamente, recuperando una tradizione popolare, il tutto ad una storia di vicoli e profumi salmastri provenienti dall’Adriatico. Mentre resta indelebile nei ricordi almeno da quello che ci è giunto, la versione di Franco Enriquez con Valeria Moriconi e Glauco Mauri senza tralasciare quell’edizione veronese di Mariangela Melato in cui l’attrice ricopriva entrambi i ruoli di Caterina e Bianca.
Ora viene da chiedersi come mai un testo così bello venga tralasciato, quasi dimenticato, per anni e poi di colpo così tanto rappresentato. Evidentemente la ragione è proprio nella chiave femminista di questa lettura che ne danno il duo Nancy Brilli e Cristina Pezzoli, rispettivamente protagonista e regista dello spettacolo visto al teatro Quirino di Roma ove è di scena. Donna Pezzoli nell’interrogarsi sul perché una signora oggi dovrebbe lasciarsi addomesticare da un uomo, nel caso specifico un amletico toy boy viziato e dispettoso, il bravissimo Matteo Cremon, e così mette su tutta un architettura assolutamente pretestuosa di traduzione ed adattamento originale per mano di un altro membro appartenente al gentil sesso: Stefania Bertola. Titolando lo spettacolo: La bisbetica domata di William Shakespeare messa alla prova. “Ma cos’è? Quello che sta scritto nel copione non è meglio?” Son parole pronunciate dagli stessi attori che spesso e volentieri prendono le distanze dal testo. E siccome neanche a W.S. piaceva il prologo, Donna Pezzoli daccordo con la sua drammaturg lo abolisce ed immagina tutto questo pre/testo meta/teatrale in cui incastonare la doma della Bisbetica. Effettivamente in Italia il titolo della commedia è tradotto erroneamente ma quella forma progressiva inglese The taming of the shrew è intraducibile e quindi diventa participio in italiano, ma non è assolutamente da intendersi come un imposizione maschilista o addirittura ideologica.
Shakespeare voleva solo divertire, considerando che l’opera è aggruppata alle commedie, e non voleva evidentemente condurre un’indagine sociale o persino antifemminista. Le tre donne invece qui si interrogano sul perché questo manualetto d’amore – perché alla fine sempre di amore si tratta – debba per forza andare nella direzione della sottomissione stabilita dall’autore. E dunque diventa ribellione, ecco una compagnia senza più una guida, poiché il regista li ha abbandonati a pochi giorni dal debutto. Capitanati da un impresario napoletano (il funambolico Valerio Santoro), ex attore, che non rinuncia a velleità artistiche e non disdegna annoiarci con problematiche produttive insieme con la prima attrice, brava ma un po’ fuori ruolo, decidono comunque di condurre a buon fine l’operazione. Ma per far questo c’è il problema di una commedia con trentadue personaggi per soli nove attori a disposizione. Nessun problema, ci pensa il produttore napoletano a ricoprirne tutti quelli mancanti. E fra elementi pop che sembrano insegne di un motel sull’autostrada, finti bauli e citazioni varie, dal Sonetto 22 a Don’t stop me now dei Queen la serata viene varata verso la fine, in cui il monologo di Caterina è declamato dalla spaesata protagonista Nancy Brilli con distaccata intelligenza e imbarazzato spessore.
BiSBETICA La bisbetica domata di William Shakespeare messa alla prova
traduzione e drammaturgia Stefania Bertola
con Nancy Brilli
Valerio Santoro, Matteo Cremon, Federico Pacifici, Gianluigi Igi Meggiorin, Gennaro Di Biase, Anna Vinci, Dario Merlini, Brenda Lodigiani, Stefano Annoni
scene Giacomo Andrico
costumi Nicoletta Ercole
musiche Alessandro Nidi
pruduzione La Pirandelliana
regia Cristina Pezzoli
Teatro Quirino di Roma, fino al 20 dicembre
COMMENTI