Muta d’accento e di pensier….  SIAMOTUTTIGAY di Lucilla Lupaioli all’Ambra Garbatella

Muta d’accento e di pensier…. SIAMOTUTTIGAY di Lucilla Lupaioli all’Ambra Garbatella

Il teatro assume una forma catartica per raccontare un possibile mondo dove non esiste la diversità con regole sempre sovvertibili.

Viene da chiedersi dopo aver assistito alla replica di SIAMOTUTTIGAY al Teatro Ambra alla Garbatella di Roma – scritto e ben diretto dalla brillante Lucilla Lupaioli da un idea di Marco Marciani – le famose, loro malgrado, Sentinelle in piedi ? Per chi manifesterebbero o per cosa? Essendo loro etero e manifestando per risvegliare le coscienze sopite verso un pensiero positivo, rappresentato dalla tutela della famiglia cosiddetta naturale fondata sull’unione fra uomo e donna e quindi nettamente contraria all’adozione o al concepimento di bambini da parte di coppie  dello stesso sesso? Manifesterebbero  poi in tutte le piazze italiane, generalmente vicini a luoghi di interesse politico, in piedi distribuiti ad eguale distanza con dei libri moralmente sani per far emergere la voce della coscienza dei nostri amministratori e del cittadino comune?

Ma in SIAMOTUTTIGAY avviene esattamente tutto quello che questi signori contestano. Un mondo dove tutti sono gay,  dove l’eterosessualità è bandita, è discriminata, non riconosciuta.

ok

Ma precediamo con ordine raccontiamo la delicata e gradevole storiella a cui assistiamo. Come in un paese dei balocchi su di palcoscenico nudo è concentrato in tutto il suo candore un camerino. Il camerino di una grande attrice. La protagonista è Maggie, la quale vive, felicemente sposata, con Tessy ed insieme hanno concepito due figli, Sheila e William, putroppo per loro questi ragazzi hanno il ‘vizietto’, sono etero ed amano riamati l’uno la sarta di compagnia, la soave e sognante Lucy, e l’altra ha un rapporto selvaggio e fisico con il macchinista di compagnia il nerboruto Max. Ma c’è un piccolo inconveniente, è la sera della prima dello spettacolo di cui è protagonista Maggie e le due Mamme vorrebbero dare un grande ricevimento e i ragazzi per non scontentare le loro madri fingono di avere anche loro dei compagni e scambiandosi i partner occultano alle loro genitrici la loro vera natura per partecipare alla grande festa.

Succede pure che i ragazzi fermamente conviti della loro ‘diversità’ abbiano un leggero turbamento e il gioco messo su per fingere ciò che non sono per un attimo potrebbe diventare la realtà,  poiché non esiste un limite o una demarcazione netta fra il desiderio e attrazione. Ma la finzione non può durare per sempre presto le due coppie ‘velate’ saranno costrette a svelarsi e a confessare tutto. In un finale tra il grottesco ed il commovente, colei che appariva la più svampita e la più disinteressata ai propri figli, Maggie l’attrice, per altro anch’essa con un’ulteriore cambio di genere (è un attore ad interpretare un ruolo femminile), è quella più serena e più risolta e convincerà sua moglie ad accettare la diversità dei propri figli, che nonostante la natura del mondo a loro circostante sia gay esistano anche altre sfaccettature.

Sarebbe auspicabile un mondo in cui come lumache ermafroditi ci si accoppiasse senza problemi. Le lumache sono esseri che hanno contemporaneamente organi sia maschili che femminili senza però essere necessariamente né maschio né femmina ma non sono nemmeno entrambi i generi, sono qualcosa di totalmente diverso e che per un mondo gay, descritto così fiabescamente nello spettacolo, è completamente diverso.

Insomma ancora una volta tocca al teatro o alla sensibilità di chi fa teatro spiegare come vanno le cose e in che direzione, come diceva Aristotele tocca allo spettatore ne fruisce catarticamente riequilibrarsi dagli eccessi passionali suscitati nel suo animo che assiste a una rappresentazione classica.

SIAMOTUTTIGAY è uno spettacolo che andrebbe mostrato nelle scuole, nei licei, nelle università per formare le coscienze delle nuove generazioni alla tolleranza e al rispetto degli altri, senza nessuna forma di violenza poiché l’amore non è violenza. Un paese che accetti la libertà di amare di chiunque è un paese amato ed invidiato anche dagli altri paesi.  E dunque per cosa manifesterebbero quei signori con bibbie alla mano in un mondo così strutturato? Ama ed impara ad amare, per null’altro bisognerebbe manifestare, per la libertà qualunque essa sia e il rispetto di quella stessa libertà.

Gli interpreti tutti simpaticamente ed allegramente coinvolti sono Alessandro Di Marco (una curiosissima somiglianza con l’attrice napoletana Isa Danieli), Michela Fabrizi, Claudio Renzetti, Antonio De Stefano, Martina Montini e Giulia Paoletti.   Lo spettacolo che ha debuttato al Todi Festival 2013 è in scena fino al primo febbraio, non perdetelo!

Mario Di Calo

SIAMOTUTTYGAY

di Lucilla Lupaioli

Da un idea di Marco Marciani

Con Alessandro Di Marco

Michela Fabrizi, Claudio Renzetti,

Antonio De Stefano, Martina Montini,

Giulia Paoletti

prodotto da Bluestocking

 

Teatro Ambra alla Garbatella, Roma

fino al 1 febbraio

COMMENTI

WORDPRESS: 0