Musicoterapia: quando la musica diventa una cura

Musicoterapia: quando la musica diventa una cura

La tecnica della musicoterapia come cura.

Musicoterapia: quando la musica diventa una cura – Il suono, la musica ed il ritmo sono mezzi a cui l’uomo ricorre da millenni, grazie alla capacità di influire positivamente sia nel fisico che nella psiche. Il grembo materno (la nostra prima orchestra), è il primo contenitore emotivo-affettivo, dove il bambino si sperimenta , grazie al dialogo emo-tono-fonico (emotivo, tonico muscolare, vocale) con la madre. Questo è il luogo dove ogni essere umano impara a muoversi, vivere, crescere, ma sopratutto ad ascoltare e memorizzare. Il battito cardiaco, la respirazione, i timbri viscerali, quelli vocali e le tensioni muscolari dovute alla gioia ed alla tristezza, vengono memorizzate.

 

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Che cos’è la musicoterapia? Diamone una definizione: “Musicoterapia è un processo interazionale cosciente e progettato per influenzare disturbi comportamentali, ritardi di sviluppo e stati di sofferenza bisognosi di trattamento a giudizio e consenso, possibilmente del paziente, del terapeuta e del gruppo di riferimento, usando mezzi musicali e psicologici (attraverso l’espressione e la comunicazione) per lo più averbali, ma anche verbali, diretto ad uno scopo definito (minimalizzazione di sintomi e/o modifica della struttura personale) tramite tecniche docibili sulla base di una teoria del comportamento normale e patologico”. Il contenuto propriamente musicale sembra assumere il ruolo di semplice “strumento” operativo, utile al raggiungimento degli obiettivi prefissati nel piano terapeutico.

Guardando la letteratura della musicoterapia, si vede  che la disciplina è applicabile praticamente a tutti i quadri psicopatologici, a tutti i disadattamenti psicosociali e a tutte le forme di ritardo dello sviluppo. La musica offre, in questi casi, un ponte comunicativo autonomo, efficace e sicuro utile ad aiutare il paziente a conquistare una maggiore consapevolezza. Nel tentativo di spiegare perché la musicoterapia è efficace, è utile ricordare quanto affermato da Bruscia “( …) L’unicità della musicoterapia sta non nella mera inclusione della musica, ma nella combinazione della musica con la terapia(…)Una teoria musicoterapeutica centrata solamente sulla natura dell’esperienza musicale sarebbe inadeguata, come pure una teoria centrata solamente intorno a teorie relative a terapia, cura o discipline collegate (…)”.

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Alla base di qualsiasi strategia d’intervento è sicuramente necessario avvalersi di un supporto medico specialistico (psicologo, logopedista, neuropsichiatra) in modo da formulare una diagnosi, prevenire e trovare le giuste strategie. Parallelamente, la musicoterapia, interviene fornendo un valido sostegno nei casi di:

  • Disturbi del linguaggio e di comunicazione
  • Disturbi specifici di apprendimento
  • Iperattività
  • Disturbi dell’attenzione e della concentrazione ed in tutti i casi di patologie, handicap e sindromi varie del bambino, dell’adulto e dell’anziano.

In particolare per stimolare ed approfondire la comunicazione nel gruppo e nelle attività individuali, vengono proposte attività ritmico-sonore  per esplorare il proprio ritmo, sintonizzarlo con gli altri e con l’ambiente.

Pertanto il compito del musicoterapeuta è quello di interagire, con la persona per accrescere la consapevolezza del proprio linguaggio corporeo; il suo lavoro avviene mediante attività vocali e melodico-strumentali per liberare le emozioni e creare un dialogo ritmico-sonoro, un linguaggio non verbale; infatti, è riconosciuto da sempre come una fondamentale modalità di comunicazione, che diventa un indispensabile strumento per garantire l’evoluzione nei rapporti di socializzazione. Il bambino dunque,  si sente accolto, ascoltato, compreso, valorizzato, ma soprattutto non sottoposto alla richiesta di prestazioni, grazie a un lavoro individuale o di gruppo mirato ad unire corpo, musica e movimento, dove ognuno entra in contatto con le proprie emozioni ed espressioni, aprendosi, comunicando con il gruppo, affinché egli si ponga in ascolto e desideri essere parte protagonista del suo agire.

 

Francesca Chiaramonte

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