Mostre Roma: Etty Bruni e la sua Linea di Luce in mostra a Galleria Vittoria

Mostre Roma: Etty Bruni e la sua Linea di Luce in mostra a Galleria Vittoria

Un'inaugurazione da non perdere per tutti gli appassionati di arte

Mostre Roma – Il 15 ottobre 2014 alle ore 18.00 inaugura a Roma, alla Galleria Vittoria, la mostra interamente inedita dell’artista Etty Bruni, romana di adozione, che attraverso i suoi paesaggi onirici ci trasporta in un viaggio attraverso universi paralleli apparentemente sconosciuti e lontani, che grazie alla sua forza pittorica, si armonizzano, in una dimensione visiva decisamente reale. Presentata dal critico d’arte Francesco Gallo Mazzeo, curata da Tiziano M. Todi, la mostra “Linea di Luce”, fa emergere la raffinatezza della regolarità geometrica che si trasforma in gioco.

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Mostre Roma, Etty Bruni a Galleria Vittoria in via Margutta – “La luce è una cosa che non può essere riprodotta ma deve essere rappresentata attraverso un’altra cosa, attraverso il colore”. Con queste parole di Paul Cézanne, Etty Bruni intende spiegare il concetto della luce che vuole riportare nelle sue Opere, in cui emozioni, colore e luce sono poste su un unico piano, quello della tela, che accavalla mondi reali e mondi riflessi fra sogno e geometria, invenzione e percezione visiva, fantasia e rigore.

Etty Bruni e le sue opere – Il critico d’arte Francesco Gallo Mazzeo presenta la mostra ‘Linea di Luce’ e descrivere così l’artista: “Le linee sono le essenzialità che uniscono e dividono, per orizzontalità e trasversalità, lo spazio, organizzandolo in modo immaginario, in quanto fissano il punto di vista e da esso muovono a seconda degli spostamenti e delle forme che si compongono, mobili da vento, stabili da calma e delle intensità luminose che accentuano, sottolineano, caricano,  facendo molteplicità dell’unità, per cui i fenomeni sono ciò che fa di variazioni poetiche, sfumature preziose che esaltano il quid, che è visibile dell’invisibile. Così avviene che Etty Bruni, pittrice, con la sua benevola  corsa nelle scie lunghe, delle matericità e delle sfumature, ci prende per il verso giusto della sensualità di vista, donandoci un  tempo lungo, ma non troppo, nell’esecuzione del suo universo, ma poi un tempo non quantificabile, in quel luogo chiamato memoria”.

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