Mostre a Roma: intervista esclusiva a Renata Solimini e la sua gaia ittiologia

Mostre a Roma: intervista esclusiva a Renata Solimini e la sua gaia ittiologia

Intervista esclusiva a Renata Solimini e la sua gaia ittiologia in mostra a Galleria Vittoria a via Margutta

Una fantasmagoria di colori brillanti in molteplici varietà pittoriche e un occhio presente in tutti i dipinti in mostra caratterizzano “La gaia ittiologia” di Renata Solimini nella sua prima personale di pittura nella romana Galleria Vittoria di via Margutta che si inaugurerà oggi, 23 settembre. Fecondata come in un grembo materno dalla fervida fantasia dell’artista ricorda le prime forme di vita nell’acqua comparse nel nostro pianeta .

Renata Solimini

Renata Solimini

Perché hai scelto i pesci quali i protagonisti della tua rappresentazione artistica?

Mi piace il mondo marino perché è l’origine della vita. Noi nel grembo materno siamo nell’acqua e nuotiamo fino ai nove mesi di vita. Noi veniamo dal mare da cui è iniziata la vita con i primi microrganismi, con i pesci che poi hanno sviluppato le pinne, diventate zampette che hanno permesso l’approdo sulla terra. La teoria dell’evoluzione mi affascina molto in realtà. All’inizio della nostra vita anche noi umani sembriamo girini somiglianti a loro nella forma. Forse il mio è anche un modo di esplorare la mia femminilità.

La vivacità dei colori che hai usato conferiscono dinamismo e gaiezza alle immagini . Sono questi quelli che prediligi?

Nelle mie pitture c’è un po’ di tutto: Il blu intenso , l’arancio e anche il rosso, che da l’idea di una comunicazione forte, vivace e gioiosa. Anche in questa mostra il tema è il mondo marino, l’oceano, la nascita della vita nell’acqua e il mio immaginario mondo ittico che ha origini molto lontane sia temporalmente che culturalmente.

Molto interessante è l’occhio, presente in ognuno dei tuoi dipinti . Che sta a significare?

I pesci molto osservatori e c’è sempre nelle mie pitture un occhio che guarda, ben definito, che scava, che scruta il reale, preso in considerazione per meglio focalizzare qualcosa. Il 2013 è stato l’anno dell’occhio, poi verso la fine del 2014 ho cominciato ad inserire questo elemento nei pesci. E’ diventato così un mondo ittico fantastico, arricchito anche dalla vivacità dei colori un po’ inventati e un po’ ispirati dalla realtà.

Hai affermato che questo tuo immaginario mondo ittico ha radici culturalmente lontane nello spazio e nel tempo

L’ispirazione proviene dalla Cina, avendo fatto studi orientali, lingua e letteratura cinese all’Università e avendo studiato in Cina, in un anno accademico, calligrafia e scrittura tradizionale. Ho iniziato una pittura ispirata ai caratteri cinesi, al segno, ai pittogrammi e nel 1992, ancora in Cina, ho fatto il primo crittogramma che era proprio un pesce. Pur facendo in arte anche altro, sono sempre ritornata alla mia ispirazione originaria. Nei miei lavori uso tutte tecniche miste, parto con l’acrilico, ma ci sono anche degli inserti in olio e altri materiali, che riciclo e porto sulle tele.

C’è qualche corrente pittorica da cui hai tratto ispirazione o senti di appartenere?

Il Futurismo mi ha ispirato tantissimo e tutta l’epoca dell’occhio è stata piena di elementi geometrici e di dinamismo perché non mi piace la staticità. Adesso, forse, sono più neodadaista, nel senso che applico più materiali nelle tele e, in effetti, usare materiale da riciclo da inserire nei lavori è una tecnica che ho introdotto abbastanza nella mia espressione artistica. Ho attaccato scatole sulle tele, il fatto di utilizzare materiale da riciclo mi è sempre appartenuto. C’è molto anche di filosofia cinese nella mia pittura, e l’elemento maschile e femminile: nel nucleo interno delle mio immaginario ci sono gli opposti nero e bianco: yin e yang, i pesci sono maschili, che nuotano nell’acqua che è femminile, ma ho anche inserito due elementi femminili che sono la stella marina e la medusa.

Fish Origin/Tecnica mista su tela

Fish Origin/Tecnica mista su tela

Renata Soilmini, come ha mirabilmente scritto di lei Il suo critico Giorgio Di Genova, nel mostrare la ricchezza del suo “parco marino” rivela tutta una psicologia al femminile, introiettando in sé l’oceano da cui è originata la vita e pescando nel mare “parvum” del suo io che ha sperimentato la maternità.

Sabina Caligiani

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