Mondiali in Brasile: la campagna Don’t Look Away contro la prostituzione minorile

Mondiali in Brasile: la campagna Don’t Look Away contro la prostituzione minorile

La campagna contro la prostituzione minorile in occasione dei mondiali

La campagna in occasione dei mondiali – Si vedono girare su twitter e su facebook  i –ormai famigerati – selfie di persone famose con un foglio e sopra la scritta “Don’t Look Away”. Non è l’ultima moda del disimpegno, ma fa parte della campagna lanciata da ECPAT – End Child Prostitution, Pornography and Trafficking, onlus che difende i diritti dei bambini contro il turismo e la mercificazione del sesso.  La campagna è finanziata dall’Unione Europea e dal Sesi (Servizi Sociali per l’industria del Brasile) e vede collaborare oltre venti paesi in occasione non solo dei prossimi mondiali, ma anche delle olimpiadi 2016. In Italia, testimone dell’evento è Beppe Carletti, leader dei Nomadi.

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Sensibilizzare la gente – Proprio a pochi giorni dalla partenza dei mondiali, la campagna di ECPAT invade il web con l’azione virale di selfie e hashtag. Ma soprattutto con il volto di personaggi famosi. L’intento è quello di sensibilizzare una popolazione sempre meno attenta alle problematiche sociali: vige la legge “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”. Ma i volti di Claudia Gerini, Claudio Amendola, Alex Britti e tanti altri ci guardano dallo schermo e ci dicono di non voltarci dall’altra parte. Di non chiudere gli occhi. Del resto, ci ricorda Ecpat, il mercato del turismo sessuale è uno dei più proficui, assieme a quello di armi e di droga.

Perché durante i mondiali – Non è un caso che la campagna assuma un’intensità maggiore con l’avvicinarsi dei mondiali in Brasile, anzi: è promossa proprio per prevenire il rischio di sfruttamento sessuale di minori a fini commerciali in occasione di questi mondiali tanto contestati. Obiettivo principale, sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema, ma anche darle la possibilità di intervenire e prevenire in maniera attiva, fornendo indicazioni e strumenti per segnalare casi sospetti. Del resto, questa non è la prima protesta che riguarda i mondiali in Brasile: manifestazioni e scioperi invadono tutto il paese, contro le spese eccessive e tutti i danni che questi mondiali, agognati da chi comodamente li guarda a casa davanti alla sua tv, provoca al paese d’oltreoceano.

COMMENTI

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    […] la dichiarazione si fa strada e ha un impatto immediato sul pubblico. C’è il problema dello sfruttamento sessuale in Cambogia, dell’infibulazione in Somalia, delle spose bambine in Arabia Saudita; ma questi nomi […]