Quattro donne per raccontare il percorso esistenziale/artistico di una delle figure più complesse della storia dell'arte del novecento.
‘Donne distese sui loro pensieri’ è da questa affermazione di una delle protagoniste, che Angelo Longoni regista ed autore di Modigliani (1884 – 1920), incentra il suo punto di osservazione sullo scultore/pittore livornese, ebreo, naturalizzato parigino e morto di tubercolosi con il suo spettacolo omonimo in scena al Teatro Quirino di Roma. Longoni prima di essere un acclamato regista cinematografico/televisivo ha avuto una ascendenza teatrale di lunga data e anche abbastanza copiosa e qui mette in campo tutta la sua matura esperienza. Per affrontare il famoso pittore, noto per i suoi ritratti dai colli allungati o per i suoi nudi dalle linee sinuose (in contrasto con la spigolosità e il cubismo di Picasso), sceglie una linea documentaristica e dichiaratamente diretta al pubblico che diventa giudice e testimone, le donne quindi divengono il punto di raccordo in quell’incontro – sempre drammatico – con una personalità così complicata e introversa.
Quattro le donne importanti, quattro momenti di vita affettiva/artistica, quattro donne che si mettono a nudo, e mettono a nudo il fragile e straziato mondo di Modi: Kiki famosa donnina di Montparnasse (Giulia Carpaneto), colei che lo dischiude ai piaceri del sensi, sempre presente nei momenti cruciali e fedele amante, Anna Achmatova (Vera Dragone) saggia poetessa russa, sposata ma che non disdegna andare a letto con il pittore, che lo sprona alla pittura ma che lo abbandona nel momento del bisogno poiché Madre Russia chiama, la giornalista Beatrice Hastings (Romina Mondello, una vera rivelazione teatrale), femminista e bisessuale, che lo mette in collegamento con Léopold Zborowski, gallerista che lo assolderà per 20 franchi al giorno per dipingere e non più scolpire, infine l’amore senza limiti e senza domande nella dolce e costante presenza di Jeanne Habutérne (Claudia Potenza) che darà due figli al pittore maledetto ma che non esiterà a suicidarsi come gesto estremo un giorno dopo la scomparsa di Modigliani. Queste quattro prospettive raccontano e sgrossano fuori dal marmo grezzo del racconto questa figura così complessa della storia dell’arte del novecento.
L’arte può essere più sopportabile della vita ed è così per l’artista, nell’arte confluiscono tutte le sue mancanze e i suoi bisogni, neanche la frequentazione con Maurice Utrillo, pittore coetaneo, col quale condivide alcol e droga, compensa i suoi vuoti. Un uomo di straordinaria attrazione e notevole talento tormentato da una forza interiore che si trasforma in animale primordiale e nutre il malessere in autodistruzione. Se si escludono le quattro compagne di scena, tutte brave, lo spettacolo trova la sua chiave di volta nell’interpretazione intensa di Marco Bocci che ha in comune con Modì avvenenza e fascino ed anche una leggera somiglianza. L’attore con disinvoltura e destrezza entra ed esce dagli stati confusionali del personaggio: tormento, divertimento, gioco, autoironia sono alla base del suo percorso interpretativo in un processo d’identificazione impressionantemente autentico. Spettacolosa la scena di Gianluca Amodio che con una soluzione coraggiosa antepone un fondale/tenda a chiusura della bella scena realistica di una soffitta parisienne su cui sono proiettate sia immagini di quadri famosi del pittore che ambienti in cui posizionare le scene in proscenio. Il risultato è uno spettacolo che fa riflettere seriamente sulla natura controversa degli artisti e dell’arte e di quanto quello spirito bohémien non sia del tutto scomparso, anche oggi sotto altre forme, e che è il necessario se non fondamentale humus per la creazione e l’estasi.
MODIGLIANI di Angelo Longoni
con Marco Bocci, Romina Mondello, Claudia Potenza, Giulia Carpaneto, Vera Dragone
musiche Ryuichi Sakamoto
scene Gianluca Amodio
costumi Lia Morandini
contributi video Claudio Garofalo
regia Angelo Longoni
produzione Alessandro Longobardi per O.T.I. e Mario Minopoli per Pragma
si ringrazia per la collaborazione l’Istituto Amedeo Modigliani
Teatro Quirino, Roma fino al 20 marzo
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