Ministra belga alla Salute: critica perché obesa

Ministra belga alla Salute: critica perché obesa

Maggie De Block, nuova ministra belga alla Salute, criticata perché obesa

Il fatto – Maggie De Block, nuova ministra belga alla Salute, è la protagonista della nostra storia. Tutto accade quando la ministra belga, vice presidentessa del partito Open Vld, riceve proprio l’incarico per il Ministero della Salute, nel nuovo governo di Charles Michel. Subito partono le critiche, che nell’era dei social network seguono una velocità da capogiro: Tom Van De Weghe, giornalista della Tv belga, critica la scelta del governo Michel e si chiede come possa risultare affidabile, in tema di salute, una persona che ha problemi di obesità. Immediatamente, la polemica è rimbalzata sui social network, da Twitter a Facebook, ma anche su media tradizionali: chi contrastando le idee del giornalista, chi appoggiandole.

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Critiche a corpi di donne – Una donna, un impiego pubblico e un corpo: queste sembrano essere le tre parole chiave per delineare la vicenda. Non è la prima volta, però, che accade qualcosa del genere: le critiche nei confronti di donne impegnate in politica vengono riferite al loro corpo e non al loro concreto operato, come nel caso di Michelle Obama e della sua campagna contro l’obesità. “I miei pazienti sono interessati alla qualità delle mie cure, non alle mie misure”, replica significativamente Maggie De Block, che in passato aveva iniziato la sua carriera professionale proprio come medico. Solo dal 1999 si è impegnata in politica, ma ha riscontrato immediatamente successo: viene annoverata, infatti, fra i politici più popolari del Belgio e come “donna dell’anno” secondo i lettori di una rivista belga.

Grassofobia? – Nel caso della ministra belga Maggie De Block, si può dire che la “strategia mediatica” di discredito non ha funzionato, proprio in virtù della popolarità della sua figura. Ma non è escluso che, in altri casi, la sfiducia nei confronti di un personaggio pubblico possa essere veicolata proprio attraverso giudizi sul suo corpo. Del resto, i casi di donne che vengono giudicate in base al loro aspetto, al loro vestire, alla loro vita privata, piuttosto che sulla base delle loro idee, non sono rari nella storia. Ma l’episodio della ministra belga alla Salute si inserisce nella scia della grassofobia: discussa oggi più che mai in Italia, dopo i recenti avvenimenti di Napoli, questo è un esempio di come la discriminazione nei confronti di persone obese agisce anche a livelli alti. E nemmeno le politiche “gradite”, a quanto pare, ne sono immuni.

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