Critiche a Michelle Obama: stereotipi nell'aria
Il fatto – Si potrebbe dire, ormai, che la notizia è quasi vecchia: sono di tre giorni fa, infatti, le critiche rivolte a Michelle Obama, moglie di Barack Obama, presidente degli Stati Uniti, da parte di Keith Ablow, medico rappresentante della rete “Medical A-Team” in direttissima sulla rete tv Fox. Alla moglie del presidente vengono fatte le seguenti accuse: essere troppo grassa per portare avanti, con credibilità e affidabilità, il suo ruolo di testimonial della lotta all’obesità infantile, in una campagna che Michelle Obama ha lanciato negli Stati Uniti ormai da qualche anno. “Dovrebbe perdere qualche chilogrammo”, suggerisce l’esperto medico fra una risata e l’altra. Nei giorni successivi la polemica non si è fatta attendere ed è infuriata sul web.
Critiche a corpi di donne – La cosa che varrebbe la pena rilevare in questa battuta, dettata da un’ingenuità di sorta o forse manipolata (come suggeriscono alcuni, vista la lotta di Michelle Obama contro il junk food), è principalmente una: la critica, ancora una volta, investe il corpo di una donna. Ancora una volta, un uomo dà giudizi e detta opinioni su una donna e sul suo operato basandosi sul suo aspetto fisico, che, nel caso in questione, non corrisponderebbe ai canoni della donna bella e brillante –ovviamente. Dunque Michelle Obama non solo deve perdere qualche chilo di troppo per la sua salute, ma anche per dimostrarsi credibile, intelligente e affidabile. Non contano certo il suo operato, l’impegno che ha profuso nella lotta all’obesità ormai attiva dal 2010 e le parole che vi ha speso; piuttosto, a rappresentarla –forse in maniera ingombrante, suggerirebbe a questo punto Keith Ablow – è unicamente il suo corpo. E ancora una volta, chissà perché, la critica proviene da una voce maschile occidentale. Lui: vittima di falsi modelli di rappresentazione?
Let’s move – In realtà, andando a guardare i fatti, Michelle Obama ha profuso il suo impegno nel concreto, a partire dal 2010, da quando è partita la campagna “Let’s Move” di cui lei stessa è testimonial, in collaborazione con la ministra della Salute Kathleen Sebelius e il Capo della Food and Drug Adminstration, Margaret Hamburg. La campagna si propone di risolvere il problema dell’obesità, che negli Stati Uniti è fortemente presente (e sta aumentando anche in Italia). Tentare di cambiare gli stili di vita delle persone, garantire maggiori informazioni e tracciabilità sui prodotti alimentari, promuovere un’alimentazione sana coadiuvata da una giusta attività fisica: questi sono i principi guida. Difficile, certo, dire quanto questo impegno sia applicato realmente e non sia soltanto una facciata costruita per le belle famiglie che vogliono prodotti eccellenti per i loro bambini a rischio obesità. Ma, se qualche altro medico esperto volesse muovere una critica condita di sarcasmo a Michelle Obama, di sicuro dovrebbe andare ad analizzare gli effetti concreti di questa campagna, e non riproporre –in maniera indiretta – le eterne immagini stereotipate del corpo femminile, criticando il corpo e non la mente della donna.
COMMENTI
[…] donne impegnate in politica vengono riferite al loro corpo e non al loro concreto operato, come nel caso di Michelle Obama e della sua campagna contro l’obesità. “I miei pazienti sono interessati alla qualità delle […]
[…] volta in cui, in seguito all’attacco che le venne rivolto sul suo corpo e sul suo peso (leggi qui), rispose con “Let’s Move”, una campagna di sensibilizzazione contro il cibo spazzatura e […]