Mia Martini: Mario Luzzato Fegiz esclude il suicidio, aveva un fibroma

Mia Martini: Mario Luzzato Fegiz esclude il suicidio, aveva un fibroma

Il celebre critico musicale torna a parlare della scomparsa della cantante portando alla luce una nuova ipotesi

La morte della storica Mia Martini ha lasciato un vuoto incolmabile nel panorama musicale italiano: considerata una delle migliori voci del nostro paese, la compianta artista – vero nome Domenica Rita Adriana Berté detta Mimì  – è morta nel 1995 in circostanze mai del tutto chiarite. Dopo averla ritrovata priva di vita nella sua casa dopo almeno due giorni dal decesso, gli inquirenti hanno ipotizzato sia un suicidio che una morte per overdose, senza ma riuscire a confermare una delle due possibilità.

Mia Martini

A quasi 20 anni di distanza dal tragico evento il critico musicale Mario Luzzato Fegiz, intervistato da Giovanni Minoli, ha riaperto il caso, parlando dell’amica cantante e escludendo la morte auto-inflitta:

 “Era una creatura molto determinata e fragile, tant’è che di tutte le sorelle la più normale è quella che non pratica l’attività artistica. Il padre descritto come violento, cattivo, pur essendo un preside di scuola, un padre con il quale avevano un rapporto molto strano“.

Il giornalista ha poi proseguito il racconto entrando nei dettagli della giornata del decesso, e sul trasporto del corpo presso l’obitorio: “ “All’obitorio lei e il padre furono lasciati soli e dopo qualche minuto si sentirono delle urla selvagge. La gente accorse e vide il padre che sbatteva la testa di Loredana sulla parete del calorifero”.

La situazione famigliare secondo l’uomo, che ha avuto la possibilità di conoscere molto bene la cantante mentre era in vita, era delicatissima e violenta. Fegiz inoltre, dopo aver escluso il decesso per suicidio o overdose, ha parlato di un fibroma all’utero che ella non volle mai farsi asportare, e che le fu diagnosticato almeno un anno prima della sua scomparsa:

“Lei aveva un fibroma all’utero e il dottore le disse che poteva prendere delle pillole per pochi mesi, solo per contenere il male, dopo di che avrebbe dovuto assolutamente operarsi. Lei invece aveva una terribile paura di questo intervento e continuò a prendere per mesi queste pillole. Io credo molto poco alla teoria del suicidio e dell’overdose di cocaina. Però anche in questo caso, la fretta con cui è stata cremata la salma e gli esami tossicologici non fatti, non hanno fatto altro che fomentare questo piccolo giallo”

 

La morte di Mia Martini è destinata a rimanere un giallo irrisolto ma la sua voce resterà per sempre nella memoria collettiva di tutti coloro che, almeno una volta, l’hanno ascoltata.

Mara Guzzon

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