Medea giunta a Corinto decide di farsi giustizia da sé, nella bella edizione di Dario D'Ambrosi l'accento è posto sulla pazzia e la perdita della ragione della protagonista e come un rito tribale l'esecuzione viene compiuta senza rimpianti o rimorsi.
Il percorso artistico di Dario D’Ambrosi e il Teatro Patologico, da lui stesso fondato, è imprescindibile. Dario D’Ambrosi è il Teatro Patologico e il teatro Patologico è Dario D’Ambrosi. Il Teatro Patologico fonda i suoi principi e la sua ricerca sulla possibilità di conciliare e interscambiare il teatro nelle sue svariate forme espressive con le malattie mentali e le disabilità psichiche, precursore di una strada percorsa in seguito anche da altri notevoli operatori teatrali. Ricordiamo con affetto gli anni in Dario cui scelse per il suo gruppo come residenza l’Ospedale Forlanini di Roma, e lì in alcuni ambienti in disuso messi a disposizione dall’Ente, aveva trovato la dimensione ideale per una ricerca personale che trovasse una conciliazione con l’handicap, con la malattia. Ma non si possono nemmeno ignorare le collaborazioni col Caffè La MaMa di New York e la sua fondatrice Ellen Stewart. Era naturale che a distanza di anni trovasse una sua casa, una collocazione consona alle sue notevoli peculiarità. E dal 2009 anni dirige e gestisce una sala che prende proprio il nome dalla sua affannosa ricerca, il Teatro Patologico sulla via Cassia a Roma. Ed è lì che ha debuttato la Medea nell’adattamento da Euripide e che vediamo rappresentata egregiamente sulle tavole del teatro della capitale, il Teatro Argentina il 14 e 15 settembre. Fa un certo effetto dunque vedere questo infaticabile artista esibirsi finalmente in un contesto riconosciuto ed attestato. E Medea col suo chiodo fisso di rendere giustizia a se stessa e ai propri figli a spese di Creonte e di Giasone solo perché quest’ultimo dopo averla sposata, averla resa madre la ripudia e la preferisce per convenienza alla figlia del Re di Corinto. E quindi a nulla servono le arti magiche per le quali la donna è famosa in tutta la mitologia o il contesto politico, il regista/autore del testo si concentra sullo scarto mentale provocato da quell’episodio e non è nemmeno gelosia è proprio quel tarlo che corrode la mente e che fa perdere la ragione.
In un ambiente candido, plastificato e asfittico, quasi una sala parto, sangue caldo e appiccicoso, cola a fiotti dall’alto. È lo stesso sangue di cui il feto è intriso quando viene alla luce ma è anche quello che sgorga dopo avere inferto una pugnalata. Contiene sangue anche un acquasantiera/pestello che Medea usa come strumento musicale per dare ritmo a quell’orribile affiorare di pensieri perversi o all’occorrenza usare il sangue in esso contenuto come strumento di un action painting su enormi sudari che il Coro ostenta e porta in processione. Lo spettacolo è di un bellissimo impatto visivo e sonoro, musiche originali di Francesco Santalucia ci riportano in un epoca tribale, arcaica ma per nulla lontana, al contrario, mai più attuale in questo periodo storico. Almeriga Schiavo interprete ideale di Medea sia per fisico che per temperamento, dona al suo personaggio un adesione quasi genetica. Ed è perfetto e bravissimo Mauro F. Cardinali come Giasone, seminudo come un semidio, imbelle come tutti gli uomini di fronte alle arti seduttive del gentil sesso, semplice e stupido calcolatore, incarna su di se ogni contraddizione e ingenuità tipica dell’uomo. E Dario D’Ambrosi gran cerimoniere riserva per sé il ruolo di Creonte, sembra uscito direttamente dall’omonimo film di Pasolini indossa costumi che rievocano riti tribali e il volto ricoperto di segni primitivi.
Ma la cifra complessiva e decisiva alla speciale serata la dà questo magnifico gruppo di variegati attori diversamente abili che interpreta il Coro Greco. Danza, canta e recita in greco, sonnecchia, sbadiglia con naturalezza estrema, occupa degnamente e orgogliosamente l’intero spazio del palcoscenico come un proprio diritto giustamente acquisito ed è ancora più emozionante quando agli applausi il loro demiurgo li presenta ad uno ad uno al pubblico presente in sala. Ricordando che lo spettacolo è stato insignito del Wilton’s Price di Londra come migliore spettacolo straniero per la stagione 2013 sarà invece in scena al Cafe LaMaMa di New York in ottobre a rappresentare la grande tradizione teatrale del nostro paese.
MEDEA
di Euripide
con Almerica Schiavo, Dario D’Ambrosi, Mauro F. Cardinali,
Michela D’Ambrosi e Chiara Laureti
regia Dario D’Ambrosi
il Coro Greco è interpretato dagli attori diversamente abili del Teatro Patologico
Produzione Teatro Patologico
Teatro Argentina, Roma 14 e15 settembre
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