''Nella nostra società il cannibalismo consumista divora anche il corpo femminile e le donne sono, a un tempo, consumatrici e consumate'' questo il pensiero che muove Meat Market. Questo libro è un pamphlet di denuncia della condizione subalterna che vive ancora la donna nel mondo contemporaneo.
Nuove donne, vecchi limiti – Laurie Penny, in patria, è considerata una delle penne più argute della sua generazione, ha collaborato con il Guardian e l’ Indipendent la definisce ”un’opinionista graffiante e rispettata.” Se il nome vi appare familiare forse è perchè siete inciampati nel suo celebre e accattivante blog, Penny Red, sempre in crescita e pluripremiato in Inghilterra.
Laurie sta per conquistare anche l’Italia con quello che molti considerano come un libro evento: ‘Meat Market. Carne femminile sul banco del capitalismo’. Qui viene pubblicato da Settenove, una nuova casa editrice, che focalizza il suo interesse nella letteratura di genere.
Il mercato della carne – ‘‘Nella nostra società il cannibalismo consumista divora anche il corpo femminile e le donne sono, a un tempo, consumatrici e consumate” questo il pensiero che muove Meat Market. Questo libro è un pamphlet di denuncia della condizione subalterna che vive ancora la donna nel mondo contemporaneo. La parità dei sessi, della quale si riempiono la bocca i media, continua ad essere irrealizzata, se non fortemente osteggiata nel vivere comune. Il corpo femminile continua a subire mercificazioni dal mercato pubblicitario, o dal traffico sessuale; continua ad essere visto come uno ‘strumento riproduttivo’ che se non usato in tal scopo, non ha senso di esistere.
Ma Laurie compie un ulteriore processo, denuncia i vecchi vizi maschilisti nei quali inciampa la società contemporanea, ma costruisce qualcosa in più. Contestualizza e lega queste sopravvivenze anacronistiche all’economia del sistema capitalistico, radicata e decisiva per le iterazioni sociali.
La falsa promessa del capitalismo – “Quando il luogo di lavoro si spostò fuori casa e per le donne fu creata un’apposita sfera domestica e privata che recise, formalmente e simbolicamente, il legame tra i processi di produzione e quelli di riproduzione. Così se nel 1737 in Inghilterra più del 98% delle donne sposate lavorava fuori casa, nel 1911 più del 90% svolgeva solo lavori domestici”
Il capitalismo ha regalato alle donne la falsa promessa di una carriera, con pari possibilità, tempi e guadagni di un uomo, quando in realtà intimamente pensa che le donne siano ”per natura” più portare alla gestione della casa. E infatti le donne guadagnano meno e hanno meno possibilità di fare carriera.
In Meat Market, Laurie Penny indaga la donna e il suo corpo nella società odierna, ripercorre le sue conquiste, a volte confutando il presunto cambiamento che sarebbe dovuto avvenire. Rileva le ”schiavitù” psicologiche alle quali il corpo femminile sottostà, spesso senza rendersene conto, come la retorica della magrezza o le discriminazioni di genere. Laurie mette in luce quelle dinamiche, tanto fumose da essere difficilmente individuabili, che rendono il corpo di noi donne un oggetto, che ci rendono apprezzabili agli occhi della società, solo se rispettiamo quel codice di adeguamento all’ idea di femminile che silenziosamente ci viene imposto.
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