Materiali per una messinscena di Filumena Marturano con Gloriana

Materiali per una messinscena di Filumena Marturano con Gloriana

La famosa commedia di Eduardo de Filippo interpretata per la prima volta dall'attrice Gloriana. Una donna che difende il diritto dei propri figli alla paternità e che si erge come un'Antigone della tragedia greca a difesa dei diritti delle persone contro le leggi del potere.

 

Con la visione di F.M. ci piace chiudere questo ciclo di cronache teatrali del 2015 che ci ha portato a vedere tanto bel teatro e che ci spinge a qualche considerazione non proprio ottimistica. È stato un anno abbastanza burrascoso per il Teatro Italiano pieno di perdite importanti, a tutti i livelli, a cominciare da quei tagli drastici da parte del Mibact (l’ente erogatore di finanziamenti a sostegno della Cultura) che tanto hanno fatto discutere e tanto hanno indignato. Una serie di compagnie o organismi culturali si sono trovati improvvisamente sprovvisti di quel piccolo o grande contributo da parte dello Stato che li conservava miracolosamente in vita. C’è da dire che se questi tagli per alcuni sono stati drammatici, per altri sono stati lo stimolo a persistere in un sistema duro ed impervio ma assolutamente necessario. La speranza che i tanti ricorsi effettuati trovino nel nuovo anno una possibilità concreta di dialogo e confronto col Ministero. Ma le perdite ci sono state anche sotto il profilo umano a cominciare dalla scomparsa di Luca Ronconi, in questo marzo, maestro della scena europea da tanti invidiato. Con lui se ne è andato un pezzo di teatro di regia, intesa come figura che riscrive il testo, senza cambiare una parola, secondo una poetica indirizzata verso un percorso di approfondimento e verità scenica. Fra tante perdite importanti c’è da rilevare la recente dipartita di Luca De Filippo, lasciando così un vuoto incolmabile per quello che la sua famiglia teatrale rappresentava. Con lui scompare il teatro di tradizione tramandato di padre in figlio.

Gloriana e Nello Mascia in "Filumena Marturano"- regia Nello Mascia

A tal proposito, e veniamo a F.M., è interessante come un attore/regista come Nello Mascia nell’accingersi a mettere in scena un testo della tradizione napoletana, affronti – e non è la sua prima regia eduardiana – questo testo universale, conosciuto in tutto il mondo, come un materiale vergine da adattare, tagliare, raffreddare, citare. Si è posto nei confronti della commedia di Eduardo De Filippo del 1946, come di fronte a un testo classico, adoperando una mano decisa e incisiva, ispirandosi ad una tradizione mittleuropea. Sembra quasi di assistere ad una messinscena di un testo di Heiner Muller. Lo spettacolo è in scena al Teatro San Ferdinando di Napoli, dove Eduardo era di casa, e dove ha sede dal 2008, grazie alla dedizione di Giulio Baffi, un originale Museo dell’Attore Napoletano che raccoglie foto, ricordi e memorabilie appartenuti ai maggiori attori della tradizione napoletana. Eduardo incarna come autore una tradizione millenaria, un vissuto teatrale che contagia tutti i suoi personaggi, personaggi simbolo di un secolo, il novecento, che tuttavia condensano la storia teatrale universale, che si stratificano nel tempo indossando gli abiti della contemporaneità. La storia di Filumena è ben nota, racconta di come una donna del popolo, una prostituta, riesca a piegare secondo i suoi progetti l’uomo che ha amato e che per venticinque anni l’ha protetta e mantenuta. La donna però ha tre figli illegittimi, di cui uno è figlio del suo compagno, che vuole far riconoscere. Questo sarà il suo stratagemma e la sua amorevole vendetta.

Gloriana, attrice e cantante, molto nota in Campania, nell’affrontare per la prima volta un personaggio eduardiano, lo fa in grande stile, abbigliata in modo neutro, concentra tutte le sue energie nella maschera del volto, compunta e severa, la sua voce e la sua interiorizzazione è una stilettata al cuore. Una maschera di dolore su cui è inscritta esperienza, conoscenza e verità che si sposano orgogliosamente a testardaggine e ignoranza. Una strega che dialoga con gli dei come un’epigona di Medea. Le fa da controcanto l’interpretazione di Domenico Soriano di Mascia sempre in bilico fra il tagliente e il dubbioso. I famuli di casa sono Cloris Brosca, in veste di istitutrice tedesca severa ed algida che storpia il napoletano e Giancarlo Cosentino che da elemento esterno cita il Dibattito sulla Costituente del 1946, anno in cui è stata scritta la commedia, a proposito della legittimità dei figli fuori dal matrimonio. In una scatola di un bianco neutro ad opera di Raffaele Di Florio, con pannelli ghigliottina – in cui spicca un fondale rosso Rothko – che allude a una sala/parlatorio di un carcere e in cui Filumena è simbolicamente giudicata dalla legge e dal mondo. Come un’Antigone dei quartieri spagnoli che si oppone alle fredde norme imposte dallo stato Filumena ingaggia la sua battaglia di donna e madre. A tambureggiare i passaggi temporali le musiche originali di James Senese che ci offre in apertura un’originale versione di “Munastero e Santa Chiara”. Piccola curiosità. In sala era presente Angela Pagano che è stata fra gli altri interpreti di una versione televisiva del 1962 di F.M.

FILUMENA MARTURANO

di Eduardo De Filippo

con Gloriana, Nello Mascia, Cloris Brosca, Giancarlo Cosentino, Ferdinando Maddalena, Francesca Golia, Antonio D’Avino, Antonio Filogamo, Gianluca D’Agostino, Rossella Amato, Valentina Elia, Sergio Caporaso

musiche James Senese

scene Raffaele Di Florio

regia Nello Mascia

produzione Arteespettacolo, Prospet-Produzione Spettacolo

Teatro San Ferdinando, Napoli fino al 6 gennaio

COMMENTI

WORDPRESS: 0