Reazioni, progetti e storia della città italiana Capitale Europea della Cultura 2019
Le reazioni dopo la nomina- Il 17 ottobre 2014 sarà un giorno che non dimenticherà mai la città di Matera e la Basilicata per l’importanza che investe la proclamazione a Capitale Europea della Cultura nel 2019 con 7 voti su 13. Quando il Ministro dei Beni Culturali e del Turismo Dario Franceschini ha pronunciato il nome della città lucana, l’intera piazza San Giovanni, dove la popolazione materana si era riunita per seguire la diretta da Roma, è letteralmente impazzita. Lacrime, bandierine e abbracci da parte anche del Comitato organizzativo diretto da Paolo Verri, del Presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella e del sindaco di Matera, Salvatore Adduce e delle altre istituzioni lanciando anche un messaggio di condivisione anche alle altre città finaliste.
“Open Future”- Il prossimo anno avverrà la nomina ufficiale da parte dell’Unione Europea che darà avvio ai 4 anni di intenso lavoro con un sostanzioso finanziamento di 50 milioni di euro. Orgogliosi di rappresentare la Basilicata, il Sud e tutta l’Italia in Europa, Matera ha vinto presentando un dossier ricco eventi tutti uniti dallo slogan Open Future. Al centro ci sono i cittadini che saranno chiamati a diffondere una “cultura aperta” appunto affinché sia accessibile a tutti ed ognuno sia disponibile al dialogo. Si progetta infatti di creare laboratori culturali, potenziare la visibilità turistica di Matera grazie ai trasporti e ad una precisa campagna di comunicazione e valorizzazione. Sarà possibile attraverso bandi regionali, workshop formativi e due importanti progetti bandiera: I-DEA e Open Design School al fine di creare competenze locali nel campo dell’arte, la scienza e il design.
Non solo Sassi- A Matera, la “città dei Sassi” che conta 55.000 abitanti, è possibile attraversare la sua storia millenaria a partire dall’ epoca preistorica che diede vita alle grotte rupestri scavate nel tufo, o più precisamente calcarite. Conquistata da Longobardi, Saraceni, Normanni e Angoini, Matera vede forte la presenza del Barocco nelle chiese San Giovanni, San Domenico, il Duomo e nell’edilizia civile come il Palazzo Lanfranchi. Situata nel cuore dell’altopiano delle Murge, Matera è stata anche definita “vergogna nazionale” da Palmiro Togliatti che, in seguito alla Legge De Gasperi del 1953, causò l’esilio della popolazione che viveva nei Sassi in nuovi quartieri periferici. Quarant’anni dopo l’Unesco la proclama Patrimonio dell’Umanità essendo inoltre diventata terra di cinema grazie a Pierpaolo Pasolini che qui gira Il Vangelo secondo Matteo.
Luciana Travierso
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