Maria Elena Boschi è la protagonista della nuova intervista di Alfonso Signorini.
La ministra si racconta a “Chi” – Maria Elena Boschi è la protagonista della nuova intervista di Alfonso Signorini pubblicata oggi sul settimanale“Chi”. E’ di dominio pubblico che l’attenzione di Signorini si soffermi molto sulle ministre del governo Renzi; si veda l’articolo tanto contestato sulla ministra Madia che mangia il gelato, per il quale il direttore del settimanale ha rischiato l’espulsione dall’Ordine dei Giornalisti. In occasione del compimento del primo anno da ministra presso il governo Renzi, Maria Elena Boschi racconta a “Chi” la sua vita privata, i suoi amori, il suo uomo ideale, la sua dieta. L’intervista glissa inspiegabilmente sulla vita professionale della ministra.
L’intervista – Maria Elena Boschi parla della sua sfortuna in amore, confessando di essere single: “È cambiato qualcosa nella mia vita privata? Non ancora, ma, come diceva mia nonna: “L’amore non vuole che gli si corra dietro””. La ministra racconta della stanchezza e del bisogno di una vacanza: “Partiremo ad aprile, solo per tre giorni. L’ultima volta, con le mie amiche storiche siamo state in Croazia, ma si parla della scorsa estate. Vorrei “scappare” più spesso, ma non si può proprio”. Infine Boschi non manca di trattare anche l’argomento della sua mancata dieta “Dimagrita? Macché, ho ripreso due chili. Con questi ritmi si mangia in maniera disordinata. Non ho tempo per la palestra”.
La stampa italiana e le politiche – Gli argomenti esposti da Maria Elena Boschi, o quelli che Signorini ha scelto di trattare e di inserire nell’intervista, non sono relativi alla professione da ministra, per la quale conosciamo Boschi. Si è già notato come la stampa italiana, anche quella di qualità, tenda a sorvolare sul contributo professionale di alcune donne autorevoli, soprattutto le politiche, e a prediligere di trattare il lato “frivolo” di queste. Per quale motivo? Sfamare i “lettori popolari” implica il delegittimare lo status e la carica di Maria Elena Boschi. Il risultato è che si scredita la professionalità di alcune donne; risaltando il “lato femminile” (con accezione negativa) le si riconduce all’immaginario stereotipato di donne che sanno essere solo sensibili, sentimentali, fragili, frivole, mogli, madri, ossessionate dall’aspetto esteriore.
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