Maria e la donna contemporanea

Maria e la donna contemporanea

Maria e la donna contemporanea

Dopo essere stato anticipato in terra africana, nella cattedrale dedicata a Notre Dame, nella capitale ugandese Bangui, l’anno giubilare si inaugura con l’apertura della Porta Santa della Basilica di S. Pietro, l’otto dicembre, data di ricorrenza della chiusura del Concilio Vaticano II. Voluto da Papa Francesco nel giorno della celebrazione della solennità della Immacolata Concezione, e da lui rivoluzionato per alcune sue iniziative, una delle quali è quella che coinvolge migliaia di chiese di tutto il mondo e luoghi sacri per compiere il precetto, questo straorinario evento che abbraccia non solo cristianità, ma tutta la comunità umana mondiale, nasce dunque sotto il segno di Maria, Madre nell’ordine della grazia e prima donna della storia, “la giusta”, e “….è questa la porta dei giusti” recita il salmo 117, ricordato dal papa a Bagui.

maria

E Maria di Nazareth, la“donna per la donna” che con il suo “fiat” diviene portatrice di una novità di vita che indica il procedere nel cammino della storia umana, sembra parlare in particolare alla donna di oggi, e ispirarla, in questo nostro travagliato periodo storico, a serie riflessioni su quei valori di cui è portatrice, che privilegiano le ragioni del cuore, e che costituiscono il fondamento per una autentica realizzazione della persona umana. Femminismo e Maria per lungo tempo hanno percorso strade parallele, perché la glorificazione simbolica della Vergine, nella rappresentazione enfatica del suo primato extramondano, era considerato distante alla storia umana femminile nella sua vita reale e dell’immagine della donna era evidenziata soprattutto la sua attività passiva rispetto a quella creatrice maschile, discriminandola.

Con il Concilio Vaticano II e con i pontefici che si sono susseguiti, fino all’attuale papa Francesco, il femminile non è più “questione”, ma “risorsa”, la cui specificità viene riconosciuta con una paeticolare attenzione a Maria quale modello di donna che anticipa una rivoluzione antropologica. Sono state privilegiate tematiche antropologiche, bibliche e ecclesiologiche che hanno portato ad una   immagine della Madonna nella prospettiva del suo cammino di fede, non più idealizzata come funzionale ad una cultura che subordina la donna all’uomo, ma che li conduce verso una uni-dualità, una reciprocità, secondo il progetto della Genesi: “maschio e femmina li creò“,e la Madre di Cristo, la cui femminilità, nella profondità del suo mistero, si esprime compiutamente, rappresenta l’umanità intera, maschi e femmine, accomunati in un unico progetto divino.

Certamente la lettera apostolica “Mulieris Dignitatem” di Giovanni Paolo II è l’atto d’amore più grande che le donne abbiano ricevuto dal pontefice santo insieme al suo grazie nella sua famosa lettera scritta per loro in occasione dell’avvicinarsi della IV Conferenza Mondiale di Pechino sulla Donna nel 1995. Nella Maria del Fiat libera e liberatrice, papa Wojtyla ricordava tutte quelle donne impegnate in movimenti popolari e in battaglie ideologiche per le quali erano pronte anche a sacrificare la propria vita. Il collegamento della donna con la figura di Maria si attua proprio nell’entrare in quelle affinità elettive che coinvolgono il mistero stesso della persona, nell’essere per l’altro, nella disponibilità gratuita dell’agire in una pari dignità.

Oggi, dunque, non più icona distante e irraggiungibile, ma modello femminile rinnovato, Maria di Nazareth è madre e sorella che invita a grandi aspirazioni ed attese, che esorta le donne a crescere con una mentalità autonoma ed aperta alla lotta contro resistenze al cambiamento, mosse dalla paura delle novità e dell’incertezza del futuro. Nel messaggio del giorno di chiusura del Concilio Vaticano II Paolo VI così si rivolgeva alle donne: “… Riconciliate gli uomini con la vita. E soprattutto vegliate, ve ne supplichiamo, sull’avvenire della nostra specie. Trattenete la mano dell’uomo che, in un momento di follia, tentasse di distruggere la civiltà umana…”

Sabina Caligiani

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