Malala Yousafzai, la giovane voce dei diritti umani

Nel giorno del suo sedicesimo compleanno (12 luglio 2013), Malala Yousafzai è tornata a parlare davanti alle Nazioni Unite dopo il ricovero e le operazioni necessarie per le cure e la riabilitazione dopo l'attentato terroristico subito il 9 ottobre 2012 da parte dei talebani

Nel giorno del suo sedicesimo compleanno (12 luglio 2013), Malala Yousafzai è tornata a parlare davanti alle Nazioni Unite al termine della sua riabilitazione dopo l’attentato terroristico subito il 9 ottobre 2012 da parte dei talebani, che avevano provato a zittire la voce che ha deciso di raccontare al mondo le condizioni di vita, dell’istruzione e dei diritti inesistenti per donne e bambini nella Valle dello Swat, dove Malala viveva con la sua famiglia.

La giovane Malala Yousafzai

-L’attivismo di Malala e l’attentato
Alla giovanissima età di 13 anni, Malala aveva già cominciato la sua attività di promozione per i diritti civili di donne e bambini del suo paese, schiacciati dal regime ora al potere sulla Valle dello Swat dei talebani pakistani. L’adolescente pakistana è già diventata celebre per il blog che ha cominciato a condurre per conto della BBC, che le ha consentito di alzare la voce in nome di tutti i suoi coetanei e non e di ampliare il raggio di propagazione delle sue idee contrastanti con la tradizione islamica e con le stringenti limitazioni dei diritti fondamentali e delle libertà imposte soprattutto alle donne dal rigido regime talebano.
Il 9 Ottobre 2012 Malala viene intercettata sull’autobus con cui stava tornando da scuola e dei terroristi armati le sparano a bruciapelo, ferendola alla parte sinistra della testa e sul collo. Ihsanullah Ihsan, portavoce dei talebani pakistani, ha rivendicato la responsabilità dell’attentato: “è il simbolo degli infedeli e dell’oscenità”.

-Le cure e la candidatura al Nobel per la pace
Terminate le cure a Londra, Malala non smette di combattere la sua pacifica battaglia e dal palazzo delle Nazioni Unite di New York tiene un discorso davanti ai più alti rappresentanti dell’ONU parlando dei conflitti e delle barriere culturali e religiose presenti nella società in cui vive e raccontando le sue speranze sul futuro che vorrebbe veder realizzato per la sua gente.
“Cari fratelli e sorelle, io non sono contro nessuno. Né sono qui a parlare in termini di vendetta personale contro i Talebani o qualsiasi altro gruppo di terroristi. Sono qui a parlare per il diritto all’istruzione di tutti i bambini. Voglio l’istruzione per i figli e le figlie di tutti gli estremisti, soprattutto dei Talebani.”.
Per il suo impegno, il suo coraggio e la sua solidarietà, Malala è la persona più giovane mai candidata al Premio Nobel per la Pace: un riconoscimento adatto per chi, nonostante sia circondata dagli ostacoli invisibili della cultura, dalla violenza e dalle discriminazioni, crede ancora che “…Un bambino, un insegnante, una penna e un libro possono cambiare il mondo”.

Mirko Malgieri

COMMENTI

WORDPRESS: 1
  • comment-avatar

    […] di partecipazioni celebri, collaborazioni con social network, eventi e molto altro. La storia di Malala Yousafzai, la pakistana aggredita per aver rivendicato il proprio diritto allo studio, ha ispirato questa […]