Lourdes con Andrea Cosentino adattamento e regia di Luca Ricci

Lourdes con Andrea Cosentino adattamento e regia di Luca Ricci

Maria Angulema, una giovine nobile decaduta decide di farsi Dama di Carità per compiere un viaggio rivelatore fin su a Lourdes in treno per chiede alla miracolosa Madonna le ragioni dell'improvvisa morte di suo padre.

Il teatro di Andrea Cosentino conserva e recupera quel tanto di teatro dell’assurdo caro ad Alfred Jarry, il suo modo di porsi stralunato e distaccato fa dell’artista/performer marchigiano un punto di riferimento per le recenti generazioni teatrali. Lourdes ultima  sua creazione/interpretazione nata – opera vincitrice de I Teatri del Sacro 2015 –  tratta liberamente dal romanzo omonimo, esordio letterario di Rosa Matteucci (Adelphi 1998) ed adattata per il teatro insieme a Luca Ricci, direttore artistico di Kilowatt e fondatore della compagnia CapoTrave che ne cura anche una meticolosa e delicata regia. Una carrellata tragicomica di personaggi e situazioni che popolano il prodioso viaggio in treno verso la nota cittadina francese ad opera della protagonista. Irriverente e grottesco, lo spettacolo ha quel tale fascino, che anche in chi non è credente possa smuovere la coscienza e  far ragionare seriamente circa quel cammino/viatico verso la salvezza, verso la guarigione, sia essa fisica o morale. Quel luogo incantato ha di per sé un misterioso fascino che seppur la guarigione non dovesse avvenire comunque si è riconciliati con la natura ed il prossimo.

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Viene da pensare al ferocissimo omonimo film di Jessica Hausner del 2009, in cui anche lì la protagonista inchiodata ad una sedia a rotelle giunge insieme ad un gruppo di pellegrini in quel luogo magico chiamato Lourdes per chiedere la grazia della guarigione, così Maria Angulema, che non ha nessun handicap, ma che si fa dama di carità e non crocerossina come tutti la vorrebbero, per chiedere alla Madonna un miracolo: le ragioni di un fardello troppo grosso che ha condizionato parte della sua vita, i motivi della morte di suo padre, a lei tanto caro. Una giovane decaduta marchesa che si umilia ad un ruolo che non le compete, oltreché compiere un viaggio dentro la propria più profonda intimità  che la condurrà ad un introspezione definitiva che l’aveva portata al fallimento della sua via e della propria nobile famiglia. Un percorso interiore quello che compie Maria da Monte Castrilli a Lourdes – accompagnata da demoni umani dall’insensibilità spaventosa e crudele, anche se non manca l’apparizione di un angelo sordomuto sotto le spoglie di un barelliere latino/americano – che la guiderà in una notte piena di luce verso la grotta di Massabielle alla presenza di una statua bianca ma silente di una Madonna impietrita.

Ritrovatasi nella miracolosa piscina che aveva disprezzato e avversato ma le cui acque ritrova immacolate e limpide, lì a quella fonte miracolosa, la donna ritrova se stessa e quelle risposte alle tante domande senza un perché, ritrova le motivazioni di un fallimento esistenziale, forse, ritrova anche una rinnovata e spontanea fede che diventa un inno alla vita e al ricominciare laddove un blackout le aveva fatto smettere di sperareAndrea Cosentino da vita ai tanti personaggi compresa una estraniante affabulazione finale, ma la sua Maria è di una straziante umanità, portatrice di una indicibile verità che nessuno osa pronunciare, commuove col riso sulle labbra e divide strategicamente il palcoscenico con le percussioni e la voce appassionata e preziosa di Danila Massimi. Una piscina al contrario di solida acqua sulla quale ergersi come Cristo in tutta la sua paura di vivere e di meritare un qualche affetto, il suo ingresso alla purificazione è un azione al contrario, la negazione sta per affermazione, ospite e padrona di un qualcosa che le spetta di diritto come ogni diritto di civile dignità e rispetto.

Lourdes

libero adattamento da Rosa Matteucci di Luca Ricci e Andrea Cosentino

con Andrea Cosentino

musiche originali di Danila Massimi

regia Luca Ricci

produzione CapoTrave/Kilowatt, Pierfrancesco Pisani/Infinito srl, Teatri del Sacro

Teatro dell’Orologio, Roma fino al 28 febbraio

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