Anoressia e bulimia nervosa costituiscono un concreto allarme socio-sanitario. Costituiscono la principale causa di morte per malattia tra le giovani comprese nella fascia d’età 12-25
Anoressia e bulimia nervosa costituiscono un concreto allarme socio-sanitario. Costituiscono la principale causa di morte per malattia tra le giovani comprese nella fascia d’età 12-25. Ci sarebbe bisogno di una lotta all’anoressia condotta da tutti i Paesi del mondo. Ad oggi, ne sono afflitte 150-200 mila donne. Spesso però, un aiuto medico e il sostegno della famiglia non sono sufficienti. In Israele si è deciso di agire sul piano legislativo. Due agenzie in Brasile hanno lanciato in questi giorni una campagna contro l’anoressia.
Campagna di sensibilizzazione in Brasile – Un messaggio chiaro, accompagnato da un’illustrazione semplice e diretta. “You are not a sketch”, tu non sei un disegno. La frase accompagna l’immagine che ritrae una versione “umana” dei disegni dei creatori degli abiti accanto al disegno stesso. L’effetto è impressionante. La correlazione tra disegno e realtà raggiunge a pieno l’obiettivo prefisso. Le agenzie “Star models” e “Revolution Brasil” danno il loro piccolo contributo alla lotta contro questo disturbo, che ogni anno prende sempre più piede tra i giovani. La moda in genere lancia però il messaggio opposto. Le figure esili che sfilano in passerella sembra che dicano tutt’altro.
Una mossa più concreta in Israele – A inizio anno, l’Israele ha compiuto un passo in avanti. E’ stato infatti, il primo Paese al mondo a tentare di risolvere questo problema agendo anche sul piano legislativo. Nel gennaio scorso, è entrata in vigore una legge che sostiene la lotta all’anoressia. Secondo il testo legislativo, le modelle per poter sfilare necessitano di un certificato medico che attesti il loro stato di salute ottimale (perdurante da almeno tre mesi). Il loro indice di massa corporea non deve essere inferiore a 18,5. Le legge, inoltre, si propone di agire anche in ambito pubblicitario: gli utilizzi di Photoshop devono essere regolarmente indicati, per evitare la “divinizzazione” di corpi e modelli inesistenti. Possibili sanzioni quindi, per le compagnie pubblicitarie eventualmente coinvolte.
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