Loretta Lynch è la prima donna nera a ricoprire la carica di Ministra della Giustizia americana.
USA: la nomina di Lynch – Il presidente degli Stati Uniti, Obama, ha designato Loretta Lynch in qualità di nuova Ministra della Giustizia; Lynch è la prima donna nera a ricoprire questo ruolo. Il Senato americano ha approvato la nomina di Loretta Lynch con 56 voti favorevoli e 43 contrari, rendendola procuratrice federale del distretto est di New York. La nomina di Lynch arriva dopo cinque mesi di controversie presso il Senato americano e dopo il predecessore Eric Holder, rispetto al quale la nuova Ministra della Giustizia ha ottenuto un numero considerevole di voti in più. In molti, al governo e non, ritengono Loretta Lynch professionale, dal curriculum impeccabile. I cinque mesi di stallo riguardo la nomina di Lynch hanno portato il presidente Obama a definire la situazione “imbarazzante”, ha esclamato: “Quando è troppo, è troppo”.
Essere donne nere – Ciò che caratterizza la figura di Loretta Lynch è il fatto di essere donna e nera. Entrambe le categorie sono ancora discriminate nel 2015; ne è d’esempio un avvenimento del quale, inspiegabilmente, non si è trattato sui quotidiani italiani. A Parma (cittadina di 700 persone), nel Missouri, è stata eletta recentemente Tyrus Byrd, prima sindaca donna e nera. Tralasciando il fatto che suona curioso che una donna nera possa arrivare ad essere la prima sindaca con queste caratteristiche solo nel 2015, un avvenimento ancora più sconvolgente è legato alla nomina di Byrd. Ancor prima della certezza della nomina definitiva della sindaca, l’80% degli agenti di polizia della piccola città si è dimesso per protestare nei confronti del colore della pelle di Tyrus Byrd.
Razzismo in Italia – Celebre è anche il caso che uscì sui quotidiani italiani non molto tempo fa: una donna nera è stata utilizzata come valvola di sfogo per l’isteria relativa al virus Ebola, del quale adesso nessuno parla più. Fataomata Sompare, questo è il nome della donna africana vittima di razzismo, su un mezzo pubblico romano si è sentita rivolgere queste parole da una ragazzina italiana: “Spostati, mi attacchi l’Ebola”. Inoltre, poco dopo l’aggressione verbale, è arrivata anche quella fisica da parte di alcuni parenti della ragazzina che si sono materializzati sul luogo; la ragazza è stata trasportata al pronto soccorso poco dopo (leggi qui per saperne di più).
Cécile Kyenge – Superfluo citare il caso della ministra Kyenge, soggetta a insulti quotidiani razzisti da parte della Lega Nord e non solo: da “Va a fare il ministro in Congo, ebete” alla dichiarazione di Borghezio: “Questo è un governo del bunga bunga, vogliono cambiare la legge sulla cittadinanza con lo “Ius soli” e la Kyenge ci vuole imporre le sue tradizioni tribali, quelle del Congo. Lei è italiana? Il paese è quello che è, le leggi sono fatte alla cazzo. La parola negra in Italia si può solo pensare. Fra poco non si potrà neanche dire clandestino, ma ‘sua eccellenza’. Mi sembra una brava casalinga, non un ministro. E poi gli africani sono africani, appartengono a un’etnia molto diversa dalla nostra. Non hanno prodotto grandi geni. Diciamo che io ho un pregiudizio favorevole ai mitteleuropei. Kyenge fa il medico, gli abbiamo dato un posto in una Asl che è stato tolto a qualche medico italiano”.
Paura dell’alterità – Analizzando in modo più approfondito la questione, possiamo accorgerci di come, ogni giorno, vengano creati strumenti dai volti diversi per alimentare, accrescere, soddisfare la paura dell’alterità, della diversità, della nerezza. Non molto tempo fa il virus Ebola era utilizzato per allontanare i migranti, accusati di essere portatori di contagio. La crisi dell’economia italiana è stata strumentalizzata per motivare il rifiuto totale, da parte di alcuni politici italiani, di accogliere le persone che chiedono l’asilo politico. Si potrebbe citare anche il luogo comune secondo il quale tutte le persone rom, senza esclusioni, rubino, stuprino senza eccezioni. Infine, dopo il crimine (non “tragedia”, ma “crimine”) di più di 800 persone che hanno perso la vita a sud della Sicilia nel disperato tentativo di salvarsi dal proprio paese, c’è ancora chi, ai vertici del Parlamento o sul web, afferma: “Vogliono invaderci, in realtà sono membri dell’ISIS in incognito”, perdendo un’importante occasione per rimanere in silenzio. Ovviamente questo mostro dalle molteplici facce che rifiuta l’alterità a priori, non fa che essere a sua volta utilizzato, modellato e plasmato dai media e dai politici a proprio piacimento. Basti scorrere il profilo Facebook di Matteo Salvini per leggere qual è la soluzione dei problemi secondo lui: la ruspa.
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[…] quotidianamente. Giorno dopo giorno vi è un’instancabile costruzione discorsiva dell’immaginario di soggetti stranieri, ostili, diversi, ladri, sicuramente incompatibili con il “nostro” stile di vita, la […]