Lo stato paga le baby-sitter e non ce lo dice?

Lo stato paga le baby-sitter e non ce lo dice?

Lo Stato paga le baby sitter… a nostra insaputa – Risale alla Fornero l’incentivo destinato alle donne che scelgono di tornare a lavoro subito dopo la

Lo Stato paga le baby sitter… a nostra insaputa – Risale alla Fornero l’incentivo destinato alle donne che scelgono di tornare a lavoro subito dopo la maternità: ben 300 euro al mese per sei mesi, per un totale di 1800 euro, da spendere in baby sitter o asilo. E’ anche di più degli 80 euro mensili promessi dal governo Renzi! Nel 2013 la misura era stata finanziata con 20 milioni di euro, sufficienti a supportare ben 11.000 neo-mamme. E si prevedono fondi anche per il 2014 e per il 2015. Se si tiene conto dei tempi che corrono, avere un posto di lavoro è una fortuna, non perderlo è una necessità, soprattutto quando la famiglia si allarga. E se vogliamo dirla tutta, mantenerlo è un diritto per ogni donna che affronta la fase della maternità, senza subire alcuna discriminazione e, nonostante progressi in tema di tutela dei diritti delle donne nell’ ambito lavorativo se ne siano fatti tanti, i tempi che corrono suggeriscono, a chi un lavoro ce l’ha, di recuperare la sua postazione il prima possibile. Dunque l’incentivo della Fornero è gran cosa, è un supporto importante, economico e sociale.

lo stato ci paga le baby sitter

La solita Italia – Qualcosa non torna, 20 milioni di euro destinati alle neo-mamme, per pagare baby-sitter e asilo nido e solo 3762 donne nel 2013 ne hanno usufruito? Ma le neo-mamme italiane risultano essere decisamente di più, anzi sono molte di più anche delle 11000 che potenzialmente possono usufruire del contributo. La risposta va cercata nelle modalità di richiesta dell’incentivo, nella complicata e lenta burocrazia italiana. Nel 2013 la richiesta andava fatta esclusivamente online, in un’unica data, e solo pochi asili erano accreditati con l’Inps al fine di spendere tale voucher. Ancor più grave la scarsa diffusione dell’opportunità per le lavoratrici italiane. La notizia pare essere rimasta sconosciuta ai più. Un raro caso in cui lo Stato fa sentire la sua presenza in quelle incombenze che ne determinano lo stesso essere stato e non se ne parla? Morale della favola (per il momento senza lieto fine) di quei 20 milioni di euro solo il 37% è stato speso. Il restante non è stato nemmeno riciclato.

Meglio far da sé – Dunque si è trattato di un flop, come dichiarato dall’ Onorevole Pd D’Incecco che nelle scorse settimane ha messo in luce il problema. Per non correre alcun rischio, alle neo-mamme conviene tenersi aggiornate il più possibile. Quel denaro è destinato a voi, in un periodo in cui l’Italia non sembra avere poi così tanti fondi e risorse a disposizione, è decisamente il caso di approfittare almeno delle buone iniziative. Sulle modalità per accedervi, un tantino complesse, non si può fare molto. Ma almeno si può diffondere la presenza di una simile opportunità facendo in modo che quest’anno più mamme possano usufruirne, e facendo in modo di accreditare un merito al nostro Paese che forse comincia a piccoli passi a mettersi al pari con la maggior parte degli altri paesi europei che in tale ambito sono arrivati a conclusioni più efficaci ed efficienti prima di noi.

Angelica Lanzilotti

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