L’infermiera killer Daniela Poggiali confessa: “Ho sbagliato ma non ho ucciso”

L’infermiera killer Daniela Poggiali confessa: “Ho sbagliato ma non ho ucciso”

Emersi nuovi dettagli inquietanti sul caso dell'infermiera killer di Faenza

Daniela Poggiali e la sua prima dichiarazione alla stampa – Per la prima volta, l’infermiera Daniela Poggiali ha rilasciato una dichiarazione alla stampa: “Io non ho ucciso nessuno. Anzi, ho sempre vissuto per aiutare gli altri e i pazienti in modo particolare. Non c’è cosa più distante da me di un assassinio“. L’infermiera 42enne era stata arrestata il 9 ottobre 2014 con l’accusa di aver ucciso un’anziana ricoverata nell’ospedale Lugo di Romagna (Ravenna), dove lavorava la donna. Daniela Poggiali aveva scandalizzato l’opinione pubblica dopo la diffusione di fotografie raccapriccianti che la ritraevano, euforica e con i pollici in su, a fianco di alcuni pazienti deceduti in ospedale. Queste foto avevano fatto scattare il sospetto della procura che Daniela Poggiali potesse aver ucciso altri 38 degenti, questo l’abnorme numero di decessi verificatisi in quattro mesi nel reparto dove l’infermiera era di turno. Il movente sarebbe sconcertante: “Daniela Poggiali trae piacere dalla mortificazione del prossimo”, aveva scritto il gip nell’ordinanza d’arresto.

foto shock infermiera daniela poggiali

foto shock infermiera daniela poggiali

La presunta infermiera killer resta in carcere ma si dichiara innocente – Pochi giorni fa non è stata accolta l’istanza di scarcerazione, ma Daniela Poggiali, al Corriere della Sera, si professa innocente: “Mi accusano di aver ucciso i pazienti ricoverati attraverso iniezioni di cloruro di potassio. Lo conosco, lo maneggiavo, so quali sono le qualità terapeutiche e la pericolosità. Mai usato fuori dalle prescrizioni mediche. Ho sbagliato a fare quelle foto, lo riconosco. Devo però dire un paio cose. L’iniziativa non è stata mia ma della mia collega che le ha scattate. E poi mai avrei immaginato che girassero. Era una cosa privata fra me e lei. Comunque, un errore“. Anche la collega della Poggiali, Sara Pausini, è indagata. 

“Si era erta ad arbitro della vita e della morte” – Le indagini della procura  continuano, ma i giudici di Bologna non hanno usato mezzi termini per giustificare il no alla scarcerazione di Daniela Poggiali: “Si era erta ad arbitro della vita e della morte dei pazienti”. Secondo una più approfondita perizia, in due anni, dall’aprile 2012 all’aprile 2014, nel settore e durante il turno in cui lavorava Daniela Poggiali si verificarono 139 decessi “anomali”. Inoltre Sara Pausini, l’altra infermiera indagata, aveva dichiarato ai carabinieri di Ravenna: “La Poggiali mi chiese di accompagnarla nello stanzino dove vengono portati i pazienti deceduti. Lei era particolarmente euforica e voleva fare una foto vicino al cadavere. Io non ebbi il coraggio di contraddirla, anche perché lei è un tipo vendicativo. Avevo paura e soggezione della Poggiali e non volevo avere difficoltà con lei. Era solita dare purganti ai pazienti, anche solo per mettere in difficoltà le colleghe che subentravano al suo turno. E così ho esaudito il suo desiderio“.

Photocredit – Ansa

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