Ligabue e la pelliccia: blitz di "100% animalisti" e la replica dell'artista
Il blitz – L’associazione “100% animalisti” di Padova non da tregua al cantante Luciano Ligabue. I militanti che già avevano tappezzato Correggio, il paese del noto artista, con vari manifesti che lo ritraevano con il famoso pellicciotto utilizzato nel video “Siamo chi siamo”, nei giorni scorsi, hanno “riaperto” la contestazione sottolineando anche i rapporti che legano il cantante al noto stilista Roberto Cavalli che a parere loro avrebbe firmato il capo incriminato.
Ligabue risponde – Arrivati a questo punto era immancabile, inevitabile la controbattuta dell’artista all’associazione che infatti non ha tardato ad arrivare. Luciano Ligabue utilizzando la sua pagina ufficiale ha dichiarato: “Più di tre mesi fa abbiamo deciso di girare un video sulla canzone “Siamo chi siamo”. Volevamo un filmato leggero, che fosse capace di strappare un sorriso e allora ho deciso di mettermi in gioco chiedendo alla costumista di trovare gli abbigliamenti più balordi e assurdi che avrebbe potuto. E così per la prima volta in vita mia ho indossato boa di struzzo, salopette, giacche fluorescenti, cappelli, occhiali colorati anni sessanta e, per l’appunto, un pellicciotto. L’unico capo già indossato, a ricordare la mia tamarraggine primi anni ’90 era un gilet tailandese.
Il risultato voleva essere “volutamente buffo”. Il video è piaciuto a tantissimi. Soprattutto perché, conoscendomi, ognuno ha capito la giocosità di quella situazione. Penso che se qualcuno avesse mai la malsana idea di comprare un pellicciotto, vedendo quanto ridicolo risulti addosso a me, se ne guarderebbe bene dal farlo. Detto questo per lo stesso motivo per cui non ne ho mai indossato uno in passato (se non per il gioco di questo video) è evidente che non lo farò mai in futuro. Non fosse altro perché il mio (eventuale) cattivo gusto non arriva a tanto.”
La lettera aperta di Luciano è stata integrata inoltre dal management Claudio Maioli, che ha aggiunto: “voglio precisare, viste le insinuazioni di questi giorni, che Ligabue non ha nessun contratto commerciale o di sponsorizzazione con alcuno stilista”.
La fine della polemica – L’associazione ha poi replicato, sulla pagina dell’artista, con un discorso che sembra portare a una svolta definitiva, che mette finalmente un punto al polverone che si era alzato. Ecco quanto scritto: “Accogliamo con piacere e soddisfazione le dichiarazioni di Ligabue, sulla vicenda della pelliccia indossata nel suo videoclip. E soprattutto ci fa piacere la sua dichiarata avversione per le pellicce, e l’impegno a non indossarne più. E’ vero che le sue giustificazioni sono assai deboli: per lui è stato solo un gioco. Per gli Animali uccisi, no. Poteva arrivarci anche da solo, dirà qualcuno. Ma quello che importa è che la vicenda si sia trasformata in una colossale pubblicità contro la pelliccia.”
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