Entro maggio la riforma della legge sul divorzio arriverà alla Camera. Se diamo uno sguardo all’Europa, soltanto in Italia, Polonia, Malta e Irlanda del Nord esiste ancora la fase della separazione
Entro maggio la riforma della legge sul divorzio arriverà alla Camera. Il relatore Maurizio Paniz ha dichiarato: “A maggio saremo in aula con un provvedimento che sta incontrando una valutazione positiva trasversale e che credo passerà nella sua versione attuale, anche se non mancheranno emendamenti”. Ebbene, la riforma prevede la possibilità di chiedere il divorzio dopo due anni (anziché tre), nel caso in cui ci siano figli minori, e dopo un anno, nel caso in cui non ci siano figli o siano maggiorenni. Non è una svolta epocale, ma certo un miglioramento.
Legge sul divorzio in Europa – Se diamo uno sguardo all’Europa, soltanto in Italia, Polonia, Malta e Irlanda del Nord esiste ancora la fase della separazione. Come si è visto, oggi occorrono tre anni per ottenere il divorzio. Gli italiani stanno ovviando a tale situazione tentando di ottenere un divorzio immediato, in pochi mesi, recandosi alle aule di giustizia estera, in particolare alla vicina Spagna, che ha recentemente introdotto la Ley 15/2005, il cosiddetto “divorzio express”. Questa legge prevede la possibilità per le coppie sposate, decise ad interrompere definitivamente il rapporto matrimoniale, di richiedere un provvedimento di divorzio, senza dover prima affrontare il procedimento di separazione. Unico presupposto per adire l’Autorità Giudiziaria spagnola è essere sposati da almeno tre mesi. Anche la Grecia ha approvato una legge che rende possibile alle coppie sposate di divorziare in poche settimane. Le leggi sul divorzio breve esistono già in Francia, Germania, Olanda, Belgio, Portogallo, Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia, Islanda, Lussemburgo, Croazia, Gran Bretagna, Svizzera; mancano all’appello solo Irlanda, Malta, Polonia e Italia. Ponendo un esempio concreto: in Gran Bretagna il divorzio si ottiene tramite Internet, attraverso siti come “Divorce on line”, grazie ai quali si pagano appena 65 sterline. In Svezia è ancora più facile: basta che la coppia prenda atto, sotto la propria responsabilità, che il matrimonio è finito; si può andare direttamente in Comune e apporre una firma alla presenza di un semplice funzionario amministrativo. In Italia no, si discute per anni, le battaglie legali sono infinite; nel frattempo le famiglie, i figli, le nuove compagne e nuovi compagni, restano imbrigliati nelle maglie di una politica farraginosa che non funziona e non tutela.
Modifica attuale legge sul divorzio – Riflettiamo sulla modifica della legge sul divorzio attuale: ridurre i tempi a due anni anziché tre se ci sono figli minori sembra un meraviglioso traguardo? In realtà, la separazione pone una distanza fisica, non psicologica; ci si sente ancora marito e moglie. Il triennio che segue, in attesa che maturino i tempi per chiedere il divorzio, non aiuta ad elaborare il distacco perché il rapporto coniugale è come se non fosse terminato, per cui ci sono rivendicazioni, ripicche, malesseri che hanno invitabili ricadute sui figli. Passano i tre anni, marito e moglie, prima di poter affrontare con serenità un altro procedimento, devono elaborare e fare proprio il “divorzio psichico”, percorso non sempre sereno. Il periodo dalla separazione al divorzio è molto più conflittuale rispetto a quello che segue lo scioglimento del matrimonio. Insomma, tempi di attesa troppo lunghi possono causare disagio soprattutto ai figli minori. Non possiamo far altro che augurarci che una nuova e auspicata visione politica, meno confessionale e più laica, riuscirà a prenderne atto e liberare i cittadini da una situazione che crea malessere, fin da troppi anni.
Rosa Locorotondo
COMMENTI
[…] del divorzio.Il 12 e 13 maggio 1974 gli italiani furono chiamati alle urne per dire si o no al divorzio.Tra qualche giorno ricorre il quarantesimo anniversario dal referendum che sancì la volontà del […]