Le Scoperte Geografiche al Teatro Brancaccino

Le Scoperte Geografiche al Teatro Brancaccino

Due amici inseparabili si rincorrono nel corso della loro esistenza, un grande affetto li lega, e attraverso il comune interesse per i viaggi immaginari e il rimare insieme, con il pretesto de Le Grandi Scoperte Geografiche fra la fine del 1400 e l'inizio del 1500 compiono il viaggio più importante della loro vita.

Lo spettacolo in scena al Teatro Brancaccino di Roma (spettacolo finalista dell’XI edizione del Premio alle Arti Sceniche Dante Cappelletti) dal 7 al 10 aprile è una mappatura dei sentimenti. Laddove i sentimenti vengono osservati microscopicamente, attraversati dai due protagonisti, come su di una caravella in rotta verso percorsi pericolosi e celati dal mistero della vita, ma passando anche attraverso grotte buie ove si nasconde la paura e il pregiudizio. Ma partiamo dall’inizio. Titolo: Le Scoperte Geografiche. Siamo negli anni cinquanta, Lui & Lui sono due amici inseparabili, poco più che ragazzetti. L’uno un po’ più timido ed ovviamente secchione, l’altro meno studioso ma ugualmente intelligentissimo e più intraprendente. Fra i due scoppia una strana scintilla che si trasforma ben presto in un sentimento che va ben oltre l’amicizia, amano avere un linguaggio comune attraverso rime baciate, un linguaggio segreto che li rafforza sempre più nel tempo. Stanno studiando le grandi scoperte geografiche fra la fine del 1400 e l’inizio del 1500 che riguardano Cristoforo Colombo detto Cri e Ferdinando Magellano – che fa rima con ano – detto Ferdi. Immaginiamo che Cri e Ferdi intraprendano una circumnavigazione immaginaria, insieme, intorno al misterioso mondo dei sentimenti alla ricerca della perfetta unione di due corpi che si desiderano e che si cercano: il gioco è fatto!

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Passano gli anni, sono uomini oramai, e i rapporti son capovolti, i due si erano allontanati gioco forza per quello che era accaduto, e colui che era meno studioso ora è laureato ed è un precario insegnante di lettere e il secchione ha lasciato gli studi e si è dedicato all’azienda di famiglia, rappresentandola. Il pretesto per farli ri-incontrare è un compito copiato del figlio di uno dei due amici. Fra i due uomini, fra ritrosie e grande, fortissima attrazione scatta di nuovo la scintilla e in mezzo compiti non corretti e banchi ancora in disordine, si consuma la tanto desiderata e anelata ‘fornicazione’ dei corpi. Sposato l’uno (con figlio) convivente l’altro non capiscono, ancora una volta, di essere reciprocamente quella parte mancante che si completa l’uno nell’altro. Altro addio lacerante e faticoso. Si salpa verso altre nuove avventure. Ritroveremo le caravelle di Cri e Ferdi ancorate in qualche porto abbandonato, vecchi e acciaccati in una camera d’ospedale i due amici/amanti si ritroveranno con esperienze e delusioni alle spalle, i corpi cercano ancora quell’armonia perduta, quell’incastro perfetto, quel dolce perdersi l’uno nell’altro. Una zattera li accoglierà fra i marosi della vita.

E i due giovani interpreti che hanno un età decisamente lontana fra i vari momenti in cui si svolge l’azione, hanno poco più di trent’anni a testa, regalano però ai loro personaggi candore ed intelligenza interpretativa, le parole che dicono, i discorsi, i ragionamenti fatti, i movimenti per cercarsi, sembrano a loro connaturali. Non potrebbero che essere rivissuti e ripassati attraverso la loro essenza: un misto di dolcezza e forza Daniele Gattano ed una razionale caparbietà Michele Balducci. La regia di Virginia Franchi asseconda molto bene l’andamento di questo viaggio ne Le Scoperte Geografiche di Marco Morana, testo molto originale e ben architettato nella sua complessa struttura drammaturgica, e per amplificare e virgolettare l’età indefinibile dei due protagonisti come un enorme scultura/oggetto/praticabile di Claes Oldenburg in omaggio alla sua pop-art, crea un banchetto e due sgabelli in macro scala che occorrono sia come scena nelle varie situazioni, sia come evocativo segno di un ricordo sempre presente.

LE SCOPERTE GEOGRAFICHE di Marco Morana

con Michele Balducci e Daniele Gattano

installazione luminosa e composizione sonora Fabio Di Salvo

movimento scenico Marzia Meddi

regia Virginia Franchi

produzione Lisa

Teatro Brancaccino, Roma fino al 10 aprile

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