Oggi, 25 novembre Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne, le donne scioperano. A Bologna il corteo racconta l'esigenza di cambiamento
Bologna– Oggi, 25 novembre le donne scioperano: grande manifestazione per la giornata internazionale Onu per l’eliminazione della violenza di genere. Oltre alle varie iniziative, si è scelto di adottarne una più drastica e incisiva. Patricia Tough rappresentante dell’associazione Donne in nero spiega: “Lo sciopero interviene come nuova possibilità per dare maggiore visibilità alla giornata di mobilitazione internazionale contro la violenza sulle donne”. Saranno presenti Donne in nero, l’associazione Armonie, la Casa delle donne, il coordinameno Donne Fiom, le Donne Cgil, l’Udi (unione delle donne) e il collettivo Frida del Liceo Minghetti, tutte associazioni che hanno risposto all’appello lanciato in rete da tre giornaliste (Adriana Terzo, Barbara Romagnoli e Tiziana del Pra), che ha scatenato da giugno una grande mobilitazione virtuale.
Esigenza di cambiamento– Lo sciopero, che prevede un corteo da Piazza XX settembre a Piazza Nettuno, si inserisce in un’esigenza di cambiamento radicale. Il femminicidio e la violenza sulle donne sono un fatto culturale: parlano della cultura italiana, di una precisa idea di virilità maschile e soprattutto del sessismo retrogrado che tuttora il nostro Paese vive. Qualcuno dice che ci sono tante cose che devono cambiare in Italia e ha ragione. Poi aggiunge: perché allora focalizzarsi su questo piccolo problema? Questo piccolo problema ha contato quest’anno una donna morta ogni tre giorni per un totale di 124 vittime, senza dimenticare che il 31,9% delle donne italiane ha subito una violenza di qualche tipo. Forse non è un piccolo problema.
Una questione maschile– La violenza sulle donne non è una questione femminile. È una questione maschile, come ricorda Jackson Ketz. Perché il sistema crea uomini che abusano di donne? E perché il sistema crea uomini che abusano di uomini? Basta pensare che sia una battaglia tra i sessi, perché non lo è. Nell’Italia dell’immobilismo è giusto pensare che le cose possano essere anche diversamente. Lo sciopero di oggi come tante altre iniziative in Italia e in tutto il mondo vuole ricordare a tutti che il futuro si può cambiare solo se si comincia ad immaginarlo diversamente.
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