Laura Boldrini e l’importanza del linguaggio al femminile

Laura Boldrini e l’importanza del linguaggio al femminile

L’errata scelta delle parole genera incomprensioni.

Laura Boldrini, intervento convegno Convenzione di Istanbul e i Media – “Richiedere che il linguaggio sappia adattarsi all’evoluzione del costume” – è questa l’esortazione della Presidente della Camera Laura Boldrini, durante il convegno su ‘Convenzione di Istanbul e i media’, organizzato in Senato lo scorso 24 settembre. Dal tono forte e incisivo, il messaggio giunge agli occhi di tutti come un monito per dare maggiore valore alla parola, le cui molteplici sfumature risultano essere spesso armi a doppio taglio.

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Il linguaggio non deve essere scontato – “Se una giudice chiede di essere chiamata LA giudice, se una ministra chiede di essere chiamata LA ministra, se una presidente della Camera chiede di essere chiamata LA presidente, ecco, perché lo facciamo? È per affermare che la vita ha più di un genere”. Con una spontanea semplicità tenuta a freno troppo a lungo, la Presidente della Camera Laura Boldrini sostiene che nell’espressione verbale il ruolo femminile non è più abbuonato a quello maschile, da sempre prevalente.  Nel rivolgersi ad un uditorio, ci sono locuzioni odierne, quali “Signore e signori!” o “Fratelli e sorelle!”, che sembrano essere banali e convenzionali alle nostre orecchie. Quante volte ci soffermiamo a riflettere su queste sottigliezze? Ognuno di noi dedica pochissimo tempo, poiché la maggior parte di esse risultano scontate, mentre altre non vengono affatto percepite.  È a questo senso di ‘percezione’ che fa appello la Presidente: c’è la necessità di lasciarsi del tutto alle spalle quei tempi in cui il ruolo della donna era posto in secondo piano rispetto a quello dell’uomo, in cui i diritti non erano gli stessi per entrambi, in cui la mentalità dell’‘uomo padrone’ ha permeato intere generazioni.

Il linguaggio deve adeguarsi all’evoluzione dei costumi – Bisogna intorpidire l’eco che ancora oggi rende scettico il linguaggio, fino a neutralizzarlo del tutto. Il codice verbale deve maturare e stare al passo coi tempi,  deve essere studiato in maniera più profonda perché racchiude in sé un lessico infinito. Non si potrà mai porre un limite alla parola, pertanto, se ogni parte variabile del discorso viene classificata in maschile o femminile, singolare o plurale, è bene che questa distinzione non resti ancorata alla scrittura accademica ma anzi venga elevata e sottolineata anche nella discussione orale.  L’errata scelta delle parole genera incomprensioni. L’impegno è, pertanto, quello di imparare a dare il giusto peso, ricordando, come diceva Federico Fellini, che un linguaggio diverso è una diversa visione della vita.

COMMENTI

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    […] del sindaco Gian Carlo Muzzarelli il mestiere delle donne dovrà essere declinato al femminile (qui il pensiero della Boldrini sull’argomento). Non si tratta di una decisione che riguarda […]

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    […] A presenziare la prima serata è stata, appunto, la Presidentessa della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, che nel suo intervento ha parlato di una cultura della legalità – soprattutto nelle scuole – […]