A cinque anni dal terremoto de L'aquila, ecco in esclusiva per Female World la testimonianza di chi ha lavorato sodo per ricostruire la città
L’aquila, il racconto di chi ci è stato – La prima volta che sono stata all’Aquila risale a poco tempo dopo il terremoto che l’ha colpita nel 2009. In qualità di architetto ho messo a disposizione le mie conoscenze per poter dare un contributo e senza pensarci su sono partita da Napoli, dove vivo e lavoro. Non conoscevo L’Aquila così come le sue montagne, il suo territorio e i paesi che lo costellano. Dovevo rimanere solo un paio di mesi, ma la mia permanenza si è protratta per più di tre anni.
L’Aquila bella anche dopo il terremoto – Nel pochissimo tempo libero che avevo a disposizione cercavo di conoscere e studiare la città; più chiese, palazzi, piazze vedevo più desideravo conoscerne la storia. L’Aquila, chiusa dalle sue mura e contornata dalle sue montagne, sembra quasi respingere chi ne percorre le sue strade. Ma poi, allo schiudersi di un portone, si svela in tutto il suo incanto; i suoi palazzi con le loro corti e gli ambienti interni ricchi di stucchi e affreschi, le sue chiese medievali colme di preziose testimonianze artistiche. Nonostante il durissimo colpo inferto, la polvere, la distruzione e il silenzio che l’avvolgeva, la città era ancora in grado di regalare all’osservatore tanta bellezza. Trovavo inspiegabile come a distanza di tempo, passata l’onda emotiva del 6 aprile, i riflettori si fossero spenti sul capoluogo abruzzese. Ho quindi avvertito l’esigenza, nel mio piccolo, di mostrare a chi, non avendo vissuto quella terribile esperienza, cosa significasse vivere in una città completamente stravolta. La possibilità si presentò attraverso una mostra fotografica personale allestita nella Sala Dorica del Palazzo Reale di Napoli, con il patrocinio del Comune dell’Aquila, attraverso 50 scatti che ritraevano la città ed il suo territorio tra il 2009 e il 2010. In quell’occasione, organizzai una tavola rotonda invitando quei rappresentanti delle istituzioni, tecnici, uomini e donne che, senza sosta e dal primo giorno, hanno lavorato per soccorrere la popolazione, mettere in sicurezza gli edifici, le chiese, la città, garantire un alloggio a chi aveva perso tutto, preservare ciò che era rimasto integro. Successivamente, mentre lavoravo al consolidamento della cupola della basilica di San Bernardino da Siena all’Aquila, ho ritenuto opportuno raccontare, attraverso un libro, quanto si stava facendo e del certosino lavoro dei tecnici e delle maestranze che vi hanno partecipato.
La dignità degli aquilani – Nel lungo periodo vissuto all’Aquila, ho avuto modo di conoscere persone straordinarie che ogni giorno, da quel 6 aprile 2009, si battono silenziosamente per mantenere viva la loro città e il loro territorio. Non dimenticherò mai, ad esempio, la grande professionalità del personale dell’Archivio di Stato dell’Aquila che, costretto a trasferirsi dalla sua sede completamente distrutta in un anonimo capannone nell’area industriale di Bazzano, continua instancabilmente a prendersi cura di una parte dell’enorme patrimonio librario della città. Pergamene, preziosi volumi delle corporazioni cinquecentesche, meravigliosi codici con i colori dell’oro e del lapislazzuli, tutto nuovamente a disposizione di chi vuol conoscere il grande patrimonio contenuto in questa città nel bel mezzo degli Appennini. Ancora l’Orchestra Sinfonica dell’Aquila che, nonostante l’inagibilità del teatro, ha ripreso la stagione concertistica nel piccolo locale del ridotto, o semplicemente chi ha riaperto la sua attività commerciale circondato da palazzi disabitati e puntellamenti. Potrei fare tanti esempi di questo tipo, perché persone all’Aquila che hanno voglia di fare e, soprattutto, far conoscere quanto di bello la loro città ha da offrire, ce ne sono veramente tante. Finché ci saranno loro l’Aquila ha speranza di ripresa.
Maria Benedetta Bossi
Click botton FS for gallery
[flagallery gid=42]
COMMENTI
[…] seguito del terremoto che ha ferito L’Aquila il 6 aprile del 2009, colpita dalle tremende immagini che si susseguivano nei giorni successivi, si è messa al lavoro […]