Nuova vecchia realtà
Il fenomeno – Il “land grabbing” è un fenomeno geopolitico che ha preso piede a partire dal XXI secolo. Letteralmente significa “accaparramento della terra” ed è proprio in questo che consiste l’azione di Paesi Sviluppati e delle Multinazionali. Questi, infatti, per mantenere il primato nelle produzioni ed avere uno sbocco ulteriore per la propria economia hanno rivolto, in modo crescente, la loro attenzione ai paesi asiatici e all’Africa. Multinazionali e Paesi ricchi entrano in possesso di terre considerate “inutilizzate” senza il consenso delle popolazioni che ci vivono. In queste zone, infatti, si accaparrano le terre migliori inserendosi attivamente nei conflitti locali o scacciando con l’illusione di un profitto immediato le popolazioni locali. Le popolazioni locali in realtà ricevono, in cambio di terre fruttuose e fertili, l’obbligo a spostarsi in zone meno produttive o a lavorare per le multinazionali che destinano i propri prodotti all’esportazione.
Dati recenti – I prodotti ricavati dalle “terre accaparrate”, dal land grabbing, non sono destinati al mercato locale e non vi è possibilità di accesso per i popoli autoctoni. Costituiscono viceversa un ulteriore introito per l’economia già fiorente di Paesi Sviluppati. Invadere, sfruttare e arricchirsi questa è la logica sottile e nascosta che muove il “land grabbing”. Vi è quindi la compresenza di due realtà che entrano in contatto e in parte si determinano a vicenda: quella dei governi stranieri e delle multinazionali che sfruttano terreni appartenenti a popoli poveri e la realtà locale di chi ancora muore di fame e vede le proprie terre produrre per sfamare chi ha già la pancia piena. Alcuni dati recenti hanno dimostrato che la terra destinata al land grabbing può sfamare sino a 550 milioni di persone. Si riuscirebbe a garantire un sostentamento alle popolazioni locali anche mantenendo gli attuali quantitativi alimentari prodotti e mantenendo quelle terre che, ad oggi, vengono utilizzate per la produzione di biodisel. Ci sarebbe quindi la possibilità di estinguere la malnutrizione e la mortalità per mancanza di cibo ma si preferisce arricchire chi ha già tasche e pancia pieni.
Oxfam, donne e iniziative – Il land grabbing garantisce, quindi, alle popolazioni povere locali di mantenere inalterato il loro status. Un buon guadagno senza dubbio. Organizzazioni non governative come Oxfam si sono interessate al problema e stanno cercando di cambiare la rotta del land grabbing; afferma Hannah Stoddart di Oxfam: “ il mondo produce abbastanza cibo per tutti eppure ogni giorno una persona su otto va a dormire affamata. Il problema di queste popolazioni è la terra presa di mira dai colossi agroalimentari”. Oxfam ha promosso un movimento per chiedere ai governi di garantire l’accesso alle terre alle popolazioni locali e in particolar modo alle donne che “spesso sono quelle che lavorano di più la terra ma che devono anche affrontare ostacoli maggiori per poter definire la terra come propria”.
COMMENTI
[…] per il perpetuarsi di quei processi di distruzione ambientale legati alla deforestazione, al land grabbing e a tutto ciò che vi è connesso. Sì perché la necessità di questi materiali per la produzione […]