La vita nell’Adesso digitale: possiamo riprenderci il tempo?

La vita nell’Adesso digitale: possiamo riprenderci il tempo?

La vita nell'Adesso digitale: il web ha deformato il nostro tempo. Oggi viviamo in due flussi di tempo paralleli e simultanei. Esiste ancora il presente? La completezza del sé non è completa se non diamo attenzione al momento

L’Adesso digitale– La vita nell‘Adesso digitale: è di questo che la scrittrice Abha Dawesar parla in una conferenza su Ted.com, inserendosi con il suo punto di vista nel grande dibattito che è l’influenza del web sulle nostre vite. L’Adesso digitale è per lei un tempo deformato che cambia la nostra identità. Abha parte dall’uragano Sandy. Nel blackout di Manhattan del 2012 il cibo e il riparo contavano come i dispositivi e la connessione: le persone stavano sotto la pioggia, per strada, a ricaricare i propri cellulari. È da qui che parte la riflessione della scrittrice: le persone che eravamo non esistono più. Perché? Perché la tecnologia ha cambiato il tempo.

 

Tempo.

Il web ha deformato il tempo– Il sé è una storia, un’interpretazione. Per sopravvivere il sé (e quindi l’identità) ha bisogno di un arco di tempo lungo, il tempo della vita che permette di leggere il senso della storia, e un arco di tempo breve, dell’esperienza diretta: il momento. “Credo che la tecnologia abbia alterato quel flusso di tempo”, afferma. Infatti se il corso della vita si è allungato, il singolo momento si è accorciato. Abbiamo una comprensione più granulare del mondo materiale: la tecnologia ha generato una serie di dati che il nostro cervello non riesce più a cogliere. Sono frazioni di secondo che noi non vivremo, perché noi viviamo secondo il flusso della natura. Abbiamo bisogno di un lungo arco di tempo “per separare i segnali dai rumori e il sé dalle sensazioni”. E invece oggi la linea del tempo è andata storta, sembra che punti dappertutto e da nessuna parte: questo perché nel mondo digitale non esistono il presente, il passato e il futuro, ma soltanto l’Adesso digitale. Il passato è diventato un’archiviazione di dati di cui comunque possiamo usufruire, mentre il presente è già qualche secondo più avanti a noi in un flusso di informazioni inarrestabili.

 

Sfida di vivere in due flussi di tempo– “Ogni momento digitale è un invito ad abbandonare quello che stavamo facendo per fare qualcos’altro”. La scrittrice fa un esempio: leggi l’intervista di un autore? Allora guarda quanto costa il libro, condividilo, twittalo, cerca libri simili, cerca persone che leggono quei libri eccetera eccetera. “Viaggiare può essere liberatorio, ma quando diventa incessante diventiamo esiliati permanenti senza quiete.”. E così l’Adesso digitale è in competizione con il presente: siamo tutti nell’adesso digitale con l’illusione di fare parte di un momento temporale. Così la nostra vita diventa sfida di vivere in due “flussi di tempo paralleli e simultanei”. Abha parla della sua infanzia, di come suo nonno le ha insegnato le capitali del mondo, le costellazioni. Quando lei è a Vienna o quando guarda il cielo dal balcone rivive le sensazioni di quando era bambina. Il legame con suo nonno era legato ad informazioni e a conoscenze, ma era molto più che quello. “Archiviando tutto pensiamo di poter immagazzinare tutto da qualche parte, ma il tempo non sono dati, non si può archiviare”. E qui la grande provocazione della scrittrice che dice: “La tecnologia che deforma il tempo mette a dura prova il nostro cuore”. Il sé è completo se vive un arco di tempo lungo e se vive il momento. Se noi non dedichiamo al momento presente tutta la nostra attenzione, questo passerà a andrà oltre. E nella vita reale non sarà un eterno Adesso digitale.

Abbiamo visto quanto la tecnologia possa essere creativa e fonte di idee. Scegliamo quei momenti e portiamoli nella nostra vita, quelli che ristabiliscono il flusso del tempo. Possiamo rallentare, connetterci con l’alternanza del tempo. Possiamo sceglierci di riprenderci il tempo.

COMMENTI

WORDPRESS: 0