La protesta virale della tatuatrice Chiara Rizzi, in aperta battaglia contro le tasse dello Stato
La protesta virale della tatuatrice Chiara Rizzi infiamma il web – Chiara Rizzi, 37 anni, madre single e titolare di uno studio di tatuaggi a Mortise, in provincia di Padova, ha iniziato un vera e propria guerra mediatica contro le tasse e lo Stato. Stanca di lottare silenziosamente contro delle tassazioni che, sostiene, non le permettono di vivere dignitosamente e serenamente, ha deciso di pubblicare una lunga dichiarazione sulla sua pagina Facebook, seguita da più di 4 mila utenti. Chiara Rizzi, nella sua dichiarazione su Facebook, afferma di non voler più pagare le tasse allo Stato. In poche ore, le parole di Chiara Rizzi sono state condivise e diffuse da centinaia di utenti e Chiara Rizzi è stata contattata da numerose testate giornalistiche per parlare della sua protesta, che potrebbe diventare pericolosamente contagiosa.
“La classe politica che ci governa è la vera protagonista di questa crisi economica” – Ecco l’appello di Chiara Rizzi su Facebook: “Sono una lavoratrice autonoma e prima ancora mamma single di una splendida bambina, dichiaro apertamente di non riuscire più a pagare, con i miei incassi, tutte le tasse che lo Stato mi chiede. Mi appello ai principi dello stato di necessità e della capacità contributiva proporzionale al proprio reddito, stabiliti rispettivamente dagli Art. 54 c.p. e 53 della Costituzione Italiana per legittimare il mio rifiuto categorico di continuare a contribuire, attraverso le tasse, alle spese per il mantenimento dei privilegi della classe politica che ci governa, vera protagonista di questa crisi economica”.
“Ribadisco apertamente di non poter più pagare ulteriori tasse” – Le parole di Chiara Rizzi non sono passate inosservate e hanno ottenuto un vasto appoggio sul web. La tatuatrice ha inoltre aggiunto: “In questi anni ho cercato di pagare le bollette, che sono quadruplicate, ho cercato di pagare le tasse comunque quadruplicate, ho cercato di mantenere in vita la mia attività portando al minimo i costi di gestione e riducendo le mie entrate, perché costretta ad abbassare i prezzi (nonostante l’Iva) per mantenere la clientela. Di conseguenza ribadisco apertamente di non poter più pagare ulteriori tasse. Non sono una delinquente, non sono una ladra e ho sempre lavorato in maniera ottimale e professionale, ma davanti a una politica che continua insensatamente a mantenere privilegi e costi sproporzionati, vergognosi e irrispettosi nei confronti di tutti i lavoratori di questo Paese, inizio questa protesta economica appellandomi ai due sopracitati principi: il vertiginoso e incontrollato aumento delle tasse ha prodotto un danno grave e attuale alla mia famiglia mettendo in pericolo soprattutto il futuro di mia figlia”.
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