La scuola delle principesse è realtà: lezioni di portamento e buone maniere a Trento
Cos’è la scuola delle principesse – Ci risiamo: non bastava una vacanza su misura di barbie, inaugurata in un resort a Pula, in Sardegna, adesso c’è una vera e propria scuola: la scuola delle principesse, a Trento. Buone maniere, canto, danza, calligrafia, lingua inglese per bambine dai cinque agli undici anni, queste sono i punti cardine dei corsi, che iniziano in questo mese e seguono una cadenza settimanale. Lezioni di buone maniere, portamento, grazia e cortesia, ma tutto alla maniera delle principesse, incluso il ballo di fine anno. Ideatrice del progetto, Livia Farnese, che, dopo quindici anni trascorsi a studiare danza classica, a visitare le maggiori capitali europee da Londra a Parigi, decide di tornare in Italia ed aprire la scuola delle principesse.
Opinioni – “Questo corso, giocoso prima di tutto, non si prefigge di trasformare delle bambine in marionette stereotipate mosse da invisibili fili di convenzioni”, queste sono le parole di Livia Farnese che, proprio sul nascere del progetto, si ritrova sommersa da numerose critiche da parte del mondo femminista e non solo: è lo stesso mondo del web a dire che la scuola delle principesse butta nel cestino cinquant’anni di studi di genere. “In un mondo sempre più frenetico i bambini spesso non hanno il tempo di cogliere la bellezza della cortesia, di mettere l’altro a proprio agio, di ascoltare” si difende Livia, esplicitando le intenzioni della sua scuola. Si tratterebbe, dunque, di riprendere modelli di vita ormai persi, incentrati sulla lentezza, sul godimento della natura e dello stare insieme, tutto, però, profuso di grazia ed esclusivamente rivolto alle bambine.
Piccoli stereotipi crescono – Alla stregua delle barbie e dei loro modelli di “vita” assurdi, la scuola delle principesse di Livia Farnese non fa altro che riproporre, sotto l’apparente innocenza di un’attività ricreativa e creativa, stereotipi di genere duri a morire. Sebbene, a detta dell’ideatrice della scuola delle principesse, “le differenze di genere si sono pressoché estinte”, è proprio il suo progetto a testimoniare il contrario: pur essendo concepito secondo un reale desiderio di insegnamento e scambio, tuttavia non fa altro che inculcare stereotipi su modelli di comportamento femminile e chi se ne allontana forse tanto femminile non è. Tanto più che la scuola delle principesse, appunto, è rivolta soltanto alle bambine e non estende il concetto di grazia anche all’altro sesso. Ancora una volta, si trova rigidamente delimitato il campo delle presunte proprietà biologiche dei due sessi: inevitabilmente la grazia è femminile, la forza maschile; la cortesia della donna, un po’ di rudezza non fa male all’uomo, ma se sei una lei di sicuro sdice. Non si sa il numero di bambine che parteciperà ai corsi, ma certamente, se già negli stessi luoghi è stata possibile un’esperienza come l’Accademia delle Principesse a Galdoro, anche la scuola delle principesse non mancherà il suo obiettivo.
COMMENTI