Donne che combattono: la minoranza curda femminile si arma per difendere il territorio
Combattenti curde – Fra emergenze sanitarie e tiri al bersaglio su donne incinte, in Siria ci sono donne che si armano a dovere e difendono il territorio. Una vera e propria milizia di combattenti curde, perché infatti stiamo parlando della minoranza curda che abita il paese e che rappresenta circa il 9% della popolazione, assurgendo al ruolo di minoranza etnica più numerosa all’interno della Siria, concentrata prevalentemente a nord e nord-est. Combattono accanto all’Ypg – Unità di difesa del popolo – e fanno parte di un’unità di difesa per le donne, organizzazione fondata nell’aprile 2013, che ha rappresentato un enorme “passo in avanti per il futuro della regione, uno storico punto di svolta sia per la minoranza curda in Siria che per l’intero Medio Oriente”.
Zone ad alta problematicità – Queste combattenti curde, invece che aspettare la tanto attesa pace in un paese travagliato dalla guerra da quasi quattro anni, decidono di imbracciare kalashnikov e indossare tute mimetiche per difendere attivamente il territorio. Devono proteggersi, infatti, sia dagli attacchi dovuti alla guerra civile – in questo caso da parte dei ribelli, che li giudicano conniventi con il regime di Assad – sia da parte della jihad, dell’Isis, che tanto sta facendo parlare di sé in questi ultimi giorni. Gli attacchi da parte degli islamici, infatti, sono frequenti e “fomentati da agenti turchi, statunitensi e israeliani” che vedono di cattivo occhio una possibile autonomia della popolazione curda siriana che attirerebbe inevitabilmente nella sua orbita anche la minoranza curda presente in Turchia.
Un giorno fra le combattenti curde – Il documentario Kurdish Female Fighters: a Day in Syria racconta la storia di queste donne. Una di queste racconta: “Io mi sono sposata e ho avuto un figlio, ma ero una donna oppressa; in quanto donne non venivamo considerate uguali, neanche da nostri stessi fratelli maschi”. La nostra libertà è a portata di mano, dice una delle combattenti curde e invita altre ad unirsi a loro, nella vita indipendente che conducono. Molte denunciano la visione della loro società riguardo la donna; ma allo stesso tempo non cadono nell’inganno del modello di donna occidentale – presunta donna libera – che rimane schiava, anche se per altri tabù. La guerra è una dura necessità, non certo un divertimento, ma in questo caso diventa anche occasione di riscatto. E come tante altre resistenze di donne, anche questa è una resistenza taciuta.
COMMENTI
[…] prima volta che una donna si muove proprio contro l’Isis: in Siria si è formata una milizia di combattenti curde per difendere il territorio. Oumaya era avvocato, attivista per i diritti delle donne e consulente […]
[…] causa dell’Isis e di vivere e combattere per il califfato. Quindi, se da una parte c’è una milizia di donne curde, che resiste e protegge il territorio siriano, allo stesso modo le donne dei jihadisti […]
[…] messi a fuoco, proprio i due territori che hanno fatto molto parlare di sé: Rojava con la sua resistenza di donne armate e Sengal dove si è consumato il rapimento delle donne yazide. Avranno voce le donne che sono in […]
[…] a tutto – Sono pronte a tutto le combattenti curde in prima linea per fermare l’avanzata dell’Isis nel Kurdistan iracheno. Ben addestrate […]