La persona ideale come dovrebbe essere? Sheila Heti come Girls

La persona ideale come dovrebbe essere? Sheila Heti come Girls

"La persona ideale come dovrebbe essere?" il romanzo di Sheila Heti come la serie tv Girls racconta la ricerca dell'identità di una giovane donna del nuovo millennio.

Ricerca dell’identitàLa persona ideale come dovrebbe essere? Leggendo questo titolo la mente salta subito alla parola “partner”. Ma la grande novità del romanzo di Sheila Heti risiede proprio nella disambiguazione di questo brain storming: non altri, ma io che persona dovrei essere? E così che si apre questo diario alla ricerca dell’identità perduta, pièce teatrale sull’essere donna oggi. Sheila è una giovane donna con un breve matrimonio fallito alle spalle, una crisi di scrittura in atto, una grande amicizia con la pittrice Margaux e una relazione complicata con il perverso Israel. Ossessionata dalla domanda “La persona ideale come dovrebbe essere?”, ha paura che l’errore di battitura sistematico “Sould” (venduta) al posto di “Soul” (anima) dica qualcosa della sua vera natura. Qual è il modo più sincero di amare? Qual è il modo per essere fedeli a se stessi?

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Il romanzo e la serie tv Girls– Il New Yorker su “La persona ideale chi dovrebbe essere?” scrive: “La novità del romanzo di Sheila Heiti e di una serie come Girls è il modo in cui le relazioni con gli uomini sono diventate secondarie rispetto alla profondità dell’amicizia femminile. (…) Sono le donne e non gli uomini che ci forniscono le opportunità per esprimerci e per comprendere noi stesse”. Sheila Heti ci regala un viaggio introspettivo di una generazione smarrita: che si spoglia davanti a noi, che non si accontenta delle promesse della sua epoca contemporanea.

Diverso da qualunque romanzo– “Volevo scrivere questa lettera a Israel perché ero io a volerlo? Volevo liberare il popolo dalla schiavitù perché era un desiderio che avevo assorbito dal mondo, o per via del mio retaggio religioso? Perché volevo finire la mia commedia? (…) Perché ero venuta a New York? Ogni mia azione, da sempre, non era stata altro che un’empatia piena di senso di colpa nei confronti delle perversioni del mondo?” scrive Sheila Heti. E anche noi combattiamo con lei per una risposta in un diario-dialogo-racconto potente e centrifugo, che vuole includere dentro di sé tutte le esperienze che caratterizzano la nostra esistenza. Il New York Times lo descrive come “divertente, strano, originale, impossibile da classificare, totalmente diverso da qualunque romanzo dei nostri giorni”. Sheila Heti si perde per trovare delle risposte, in un linguaggio nuovo ed evocativo a cui ci troviamo appartenere tanto quanto ci appartiene la vita.

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