Putin e il patriarca Killin contro le donne e le Femen che protestano a seno nudo
«Questo fenomeno chiamato femminismo è molto pericoloso perché le organizzazioni che si definiscono tali pretendono una pseudo-libertà per le donne che dovrebbe realizzarsi in primo luogo al di fuori del matrimonio e della famiglia (…) L’uomo si occupa di quello che avviene all’esterno, lui deve lavorare, guadagnare soldi. Mentre la donna rimane all’interno, a prendersi cura dei suoi figli e della sua casa. Se si distrugge il ruolo eccezionalmente importante delle donne, la conseguenza è che tutto crollerà: la famiglia, la patria».
Paura Russa – Sono state queste le dichiarazioni del patriarca Kirill, “Patriarca di Russia e di tutte le Russie” è il titolo ufficiale, dopo la manifestazione di alcune femen ucraine, in Germania, contro il presidente russo Vladimir Putin. Le dinamiche che hanno susseguito la vicenda delle Pussy Riot lo scorso settembre, e delle quali la maggior parte dei media sembra volersene dimenticare, hanno davvero dell’assurdo, se non del paradossale: le ragazze che protestarono in una Chiesa vennero internate in Siberia in quelle che formalmente si chiamano Prigioni, ma che in realtà rappresentano la riconversione dei gulag.
I Capri Espiatori – Ora la Chiesa Ortodossa assurge il compito di ripristinare una linea morale più rigida e patriarcale, lo dice l’attributo stesso di Kirill, sembra addossare la colpa di un eventuale e possibile crollo della famiglia e della patria a causa di donne, che semplicemente non fanno altro che richiedere la dignità che ogni individuo, solo per la ragione di vivere, merita. Avviciniamo un altro punto: Putin ha ben capito, a mio sommesso avviso, che l’influenza di una guida spirituale accanto alla linea politica avanzata ricrea un sistema di quasi totalitarismo, questo accadeva, ad esempio, nel Fascismo italiano e con i Patti Lateranensi del 1929. Ora, il rimettere alle donne colpe gravi, come la perdita di valori e la distruzione di strutture e sovrastrutture, socialmente già instabili poiché rigidamente concepite, è un buon modo per lavarsi le mani e ritrovare il capro espiatorio. Quello stesso capro espiatorio che veniva teorizzato il secolo scorso da René Girard come meccanismo vittimario, a proposito delle religioni arcaiche ( l’opera di riferimento è “La Violenza e Il Sacro“).
Diffondete – Gli occidentali, dal canto loro, non fanno assolutamente nulla per risolvere concretamente scissure culturali di questo genere. La logica seguita è quella dell’indifferenza. Quella stessa logica che ci porta a guardare ai Paesi Orientali come a dimensioni sociali meno sviluppate di noi, senza accorgersi che esprimiamo ciò senza nessuna reale motivazione.
Mobilitiamoci, anche se con Idee e Parole. Fanno più paura delle catene e delle armi.
Lorenzo Serafinelli
COMMENTI
[…] Femen: la protesta contro Putin – Nel panorama di scontri che si sta manifestando fra Russia e Ucraina, anche il movimento Femen dice la sua. Sono scese nelle strade e nelle piazze, a Kiev, con i consueti metodi di protesta –che più di una volta hanno sollevato qualche dubbio riguardo la loro reale utilità. Questa volta la protagonista è una giovane attivista di Femen: in topless, sul suo corpo la scritta “Stop Putin’s war” e il corpo cosparso di “sangue”. Un’immagine forte, che rimanda simbolicamente al sangue fratricida sparso durante le guerre: in questo caso, il sangue dei compatrioti del movimento Femen, che nell’Ucraina vede la propria patria natale. Del resto, il movimento Femen non è estraneo a proteste contro Putin. […]