La farfalla granata, stasera su Rai Uno il film-tv sul leggendario Gigi Meroni

La farfalla granata, i protagonisti – Stasera alle 21.15 su Rai Uno va in onda il film-tv “La Farfalla Granata”, ispirato alla vita di Gigi Meroni. Prodotta da Rai Fiction e Goodtime, per la regia di Paolo Poeti e tratto dall’omonimo libro di Nando Dalla Chiesa, la fiction ha tra i protagonisti principali Alessandro Roja, che veste i panni dell’epico Meroni e Alexandra Dinu nel ruolo del suo grande amore, Cristiane Udestadt. Pierfrancesco Favino interpreta invece l’allenatore del Torino, Nereo Rocco. Tra gli altri protagonisti troviamo anche Roberto Accornero, Luca Ferrante e Caterina Vertova.

La farfalla granata, anticipazioni film-tv – Anni 60’: Gigi Meroni (Alessandro Roja), calciatore del Torino, allenato da Nereo Rocco (Francesco Pannofino), dà scandalo vivendo con una donna sposata, Cristiane Udestadt (Alexandra Dinu). Anticonformista, estroso, ricco di talento, Gigi Meroni è a un passo per regolarizzare il suo rapporto con la donna che ama da sempre, ma la sera del 15 ottobre 1967, dopo l’incontro con la Sampdoria, vinto dalla squadra granata per 4-2, il talentuoso giocatore viene travolto e ucciso da un auto in corso Re Umberto, a pochi passi dalla sua abitazione.

La farfalla granata, Gigi Meroni – Nato a Como il 24 febbraio del 1943, Gigi Meroni rivestì il ruolo di centrocampista nella squadra del Torino. Personaggio complesso, allo stesso tempo mite e ribelle, protagonista di un grande amore, difficile ma invincibile, con una donna sposata, Gigi Meroni fu il grande interprete, forse l’unico, di quella domanda di libertà che ha attraversato, investito e cambiato l’universo giovanile, e non solo, degli anni Sessanta. Precursore del movimento rivoluzionario del 68, morì tragicamente, a soli 24 anni, il 15 ottobre del 1967, investito da un auto in corso Re Umberto a Torino. Alla guida dell’auto c’era il 19enne Attilio Romero, oggi presidente della squadra granata.

“E’ la storia dell’idolo di una generazione. Per me Meroni è stato un mito, per il suo modo di stare in campo e per la capacità di infrangere le regole tutte insieme in una vita breve”.                                                       Nando Dalla Chiesa