La cultura come motore per il rilancio dell’economia

La cultura come motore per il rilancio dell’economia

L'italia possiede un enorme patrimonio artistico e culturale, i numeri dei fruitori sono bassi e in calo rispetto agli altri Paesi europei. La cultura può rilanciare l'economia statale, è questione di stimoli.

Un patrimonio non valorizzato – La difficoltà economiche che l’Europa e l’Italia stanno affrontando sono evidenti e si ripercuotono progressivamente su più fronti. Cosa succede in ambito culturale? L’Italia possiede un vastissimo patrimonio artistico, che da tempo non viene valorizzato nella maniera corretta. Le misure prese negli ultimi periodi, appaiono per lo più come un tentativo, quasi disperato, di limitare i danni. La cultura del Bel paese  deve costituire motivo d’orgoglio nazionale e può divenire, se gestita nella maniera corretta, il motore per il rilancio dell’economia.

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Cifre in calo – L’Italia è il quinto Paese al mondo per esportazione di beni creativi e leader assoluto nel campo dei prodotti di design. Mentre all’estero il made in Italy culturale e artistico è richiesto e ampiamente apprezzato, la fruizione interna nell’ambito è piuttosto problematica: le rappresentazioni teatrali hanno visto un calo del 15,5% di spettatori, i visitatori delle mostre sono diminuiti del 12,8%. Risulta legittimo chiedersi: le ragioni di questa flessione negativa sono solamente imputabili alla crisi economica imperante?

Dati esteri – Analizzando i dati del ‘consumo’ culturale degli altri Paesi europei e non, notiamo cifre differenti, che denotano una situazione ben diversa dalla nostra. Secondo il Rapporto 2014 della Federculture, presentato giovedì 3 luglio nella sala del Conservatorio di Santa Cecilia a Roma, nel corso del 2013, i visitatori delle prime dieci mostre della Capitale sono stati 1.190.335, quelli di Londra 5.337.826, a Parigi 4.425.505 e il numero relativo a New York è 5.098.868.

Questione di stimoli – Il patrimonio di Roma e dell’Italia tutta non è certamente inferiore rispetto a quello delle altre metropoli menzionate. La riflessione su questi numeri porta alla conclusione che l’Italia ha un approccio sbagliato nello stimolo alla fruizione culturale. L’offerta  e la presentazione dell’arte nostrana necessitano di essere modernizzate. Il popolo italiano va stimolato, il ruolo della cultura deve ripartire dall’interno, da chi le meraviglie storico artistiche ce le ha accanto, a portata di mano ogni giorno.

Modernizzazione e incentivi – La modernizzazione passa anche per i giovani. I nuovi sistemi di comunicazione, le nuove tecnologie, devono avere un ruolo. Parliamo di app, di social network, di tablet e smartphone, tutti elementi con cui, volenti o nolenti, ci troviamo oggi ad avere a che fare. Gestiti nella maniera corretta non possono che portare dei vantaggi  e avvicinare così la gente alla cultura. Ma non è sufficiente accostarsi ai nuovi mezzi tecnologici per risolvere il problema. Se parliamo di incentivi, pensiamo ad un’eventuale detraibilità delle spese d’accesso ai vari musei, mostre, concerti e teatri e per l’acquisto di libri.

L’importanza della formazione – Il Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, ha sottolineato l’importanza dell’investire nell’istruzione e nella formazione. Cultura e istruzione sono gemellate e devono continuare ad esserlo, soprattutto in un Paese così artisticamente ricco, ma poco valorizzato, come il nostro. Non servono misure drastiche, ma ‘piccole’ mosse per attivare grandi potenzialità.

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