Kino escalation: seduzione garantita?

Da secoli gli uomini cercano di trovare infallibili tecniche di seduzione, scrivendo manuali, tramandandosi precetti “segreti” di generazione in generazione.  C’è chi è fortunato e ci riesce, chi è un seduttore nato e non ha bisogno di istruzioni, c’è chi è un po’ impacciato e chiede aiuto per essere illuminato sui segreti della seduzione. Tra le tante tecniche utilizzate ne ho trovata una davvero interessante, chiamata kino escalation. La parola “kino” deriva da kinesthetic, in italiano cenestetica, che indica una sorta di attrazione a livello fisico e sensoriale. Questa tecnica di seduzione si basa essenzialmente su un graduale contatto fisico, che va da un approccio casuale ad uno volontario. Il contatto fisico rilascia ossitocina, ormone importante nell’ambito dell’accoppiamento, che provoca in noi la voglia di essere toccati di nuovo.

Il kino si sviluppa attraverso tre fasi:

Fase 1. Il contatto avviene casualmente, mentre la ragazza ride o parla: una mano sulla spalla, l’avambraccio sfiorato dalla mano.

Fase 2. Qui il contatto inizia a farsi più evidente. Con una scusa scherzosa il ragazzo si avvicina alla fanciulla e l’abbraccia, oppure fa il solito gioco della lettura della mano. Instaurando una certa confidenza, il ragazzo inizia anche a sfiorare cosce e vita.

Fase 3. Le parti coinvolte all’inizio di questa fase sono principalmente viso, mano collo. Il contatto si fa sempre più intimo, fino ad arrivare al fatidico bacio e alla fatidica domanda: “Ci spostiamo in un posto più tranquillo?”. E in teoria la ragazza dovrebbe cedere.

Ma è veramente efficace questo kino? A mio avviso non esistono regole precise nella seduzione, ci sono diverse componenti da valutare. Se una ragazza non è attratta o non è interessata al ragazzo in questione, il kino potrebbe infastidirla e basta. Se invece il ragazzo le interessa, il kino potrebbe avere successo. L’importante è non soffermarsi su regole da seguire e comportamenti da adottare: la seduzione deve avvenire in modo naturale, e il modo cambia da persona a persona. Basta semplicemente intuire cosa fare osservando e conoscendo meglio l’altra persona.