La crudeltà dello Stato Islamico verso le donne non si ferma, aumentano le donne vendute e violate dai miliziani.
Jihad del sesso – La denuncia arriva da Mohamed Benhamou, il direttore del Centro marocchino di Studi strategici, sarebbero 200 o 500 le prostitute reclutate per il ‘jihad del sesso’. La pratica non sarebbe nuova, l’Isis paga o rapisce queste donne e dopo il loro ‘pentimento’ gli permette di sposare uno dei loro miliziani in Iraq o in Siria. Questo traffico di donne, come ha denunciato Benhmou, si sta sviluppando anche a causa della Turchia che si pone come intermediaria. Le prostitute in Marocco sono tentate anche con soldi o stipendi mensili e con la promessa di una possibile espiazione dei peccati commessi nella loro vita.
Jihad al-Nikah – La guerra santa al sesso, jihad al-Nikah, si sta sviluppando soprattutto dopo la nascita del Califfato islamico. Molte dono le donne che si offrono in spose ad uno dei militanti per offrire in loro supporto alla lotta contro gli infedeli. Questa pratica consente di avere rapporti fisici anche fuori dal matrimonio, in quanto è considerata anche questa una forma di lotta per la Guerra Santa. A queste donne dell’Isis viene assicurato un posto in paradiso, mentre sono tenute prigioniere sotto la minaccia di forti pressioni psicologiche. La ‘jihad del sesso’ era già stata denunciata in Tunisia, dove le ragazze erano inviate in Siria per sposarsi con i jihadisti e molte di loro erano tornate in patria incinte, costrette dover crescere da sole questi bambini.
Donne vendute – Le schiave dell’Isis continuano ad aumentare, sono donne vendute nei marcati per pochi dollari tutte destinate a diventare schiave del sesso per i militanti. Questa violenza non si ferma di fronte a nessuno, i jihadisti dello Stato Islamico hanno assicurato che donne e bambine non musulmane possono essere violate anche se in fase prepuberale. Così come è consentito vendere le donne catturate o cederle in regalo, poiché sono una proprietà del jihadista.
Irene Topi
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