Contro un'ingiusta condanna – In segno di protesta contro la sentenza che l'ha condannata ad un anno di reclusione solo per aver tentato di assistere
Contro un’ingiusta condanna – In segno di protesta contro la sentenza che l’ha condannata ad un anno di reclusione solo per aver tentato di assistere ad una partita di volley maschile, Ghoncheh Ghavami ha deciso di non mangiare più. Per bocca del suo legale, ha inoltre dichiarato di essere costretta ad una detenzione ingiusta e di essere vittima di violenze e percosse continue. L’accusa per Ghoncheh Ghavami è quella di aver fatto propaganda avversa al regime, e dire che lei voleva soltanto assistere ad una partita di pallavolo, putroppo però, un’assurdo divieto in atto dal 1979 impedisce alle donne di accedere agli stadi in Iran.
Il tentativo di Ghoncheh – Il suddetto divieto è stato molto contestato, soprattutto alla vigilia della World League 2014, in cui la squadra di volley dell’Iran, avrebbe dovuto fronteggiarsi con Italia, Brasile e Polonia. Proprio il giorno della sfida Iran-Italia, lo scorso 20 giugno, Ghoncheh Ghavami decide di tentare di introdursi nello stadio, insieme ad alcuni manifestanti, tra cui molte donne, violando di fatto il divieto. Dei manifestanti, alcuni vengono ricacciati indietro a colpi di manganello, mentre altri, tra cui Ghoncheh Ghavami vengono arrestati. Condotta in caserma e picchiata, la ragazza viene poi rilasciata, ma torna pochi giorni dopo per chiedere la restituzione di alcuni oggetti personali che le erano stati trattenuti. A questo punto viene arrestata e rinchiusa nella prigione di Evin. Segue poi il processo e la condanna a un anno di reclusione.
La mobilitazione – Per la liberazione di Ghoncheh Ghavami, si è subito attivato il fratello maggiore Imam, lanciando una petizione su Change.org e creando una pagina Facebook “ Free Ghonocheh”. Anche Amnesty International si è mobilitata aprendo un’azione urgente contro le autorità iraniane, per ora però, nulla è cambiato e Ghoncheh Ghavami, reclusa, continua il suo sciopero della fame, aspettando che qualcosa si muova.
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