Lisa Nilsson è un'artista americana che realizza incredibili opere con la tecnica del quilling. Female World l'ha intervistata per voi.
Avete mai visto un tappeto realizzato interamente in carta, di dimensioni naturali? Abbiamo intervistato Lisa Nilsson, un’artista che realizza incredibili opere curate nel dettaglio.
Lisa Nilsson e il quilling
Lisa Nilsson è un’artista americana decisamente paziente! Le foto inserite nell’articolo ritraggono le incredibili opere che Lisa realizza. Tappeti e sezioni del corpo umano realizzati interamente con carta. Sembra una follia, ma è tutto decisamente reale. Bellissimi e curati nel minimo dettaglio, Lisa Nilsson impiega a volte anche 8 mesi per completare un singolo pezzo. La tecnica utilizzata è quella del quilling. Questa forma d’arte, detta anche filigrana di carta, consiste nell’arrotolare migliaia e migliaia di striscioline di carta (di gelso nel caso di Lisa) e unirle per formare dei motivi decorativi. Female World ha intervistato l’artista per farci raccontare qualche informazione sui tempi, i materiali utilizzati e qualche aneddoto.
Tempi lunghi e cura del detaglio
Le sue opere sono uniche. Da dove prende ispirazione?
“Le mie fonti di ispirazione comprendono: gironzolare per i mercatini delle pulci, svendite e negozi antichi. Adoro anche i musei di storia naturale“.
Come ha iniziato a lavorare con la tecnica del quilling?
“Ho realizzato degli ‘assemblaggi‘ che somigliano a delle scatole, creazioni che mi hanno permesso di utilizzare diversi materiali e tecniche. Un giorno vidi un’opera realizzata con il quilling da un rigattiere e decisi di aggiungere questo tipo di tecnica al mio repertorio“.
Quanto tempo le serve, in media, per terminare uno dei tuoi pezzi?
“Di solito, i lavori anatomici richiedono da un paio di settimane a svariati mesi. Il mio lavoro più recente, che si ispira ai tappeti persiani, richiedono vari mesi, anche se per quello a cui sto lavorando ci vorranno circa due anni (ad oggi, un anno è già trascorso)“.
I lavori che compongono la serie ‘tessuti’ sono estremamente curati nel dettaglio. E’ appassionata di anatomia?
“Si, mi piace molto l’anatomia, sia da un punto di vista scientifico quando mi chiedo: ‘Cosa succede qui dentro?’, che da quello artistico e del graphic design“.
Studio e materiali
Per quanto tempo studia la parte del corpo selezionata prima di cominciare il lavoro?
“Prima di iniziare un pezzo, mi prendo del tempo per esploare il corpo attraverso “Visible Human Project”, o altre fonti di immagini anatomiche, per scegliere la sezione che secondo me suscita maggiore interesse a livello visivo e reputo più bella. Successivamente passo al materiale di riferimento. Questa fase comprende anche la catalogazione delle strutture anatomiche più promimenti della parte selezionata, in modo tale da familiarizzare con ciò che vado a rappresentare“.
Da dove comincia?
“Solitamente inizio dal centro, andando verso l’esterno“.
Come descriverebbe il suo stile e lei stessa come artista?
“Quando mi chiedono: “Cosa fai?”, inizio da una risposta generale, andando più nello specifico a seconda del livello di interesse del mio interlocutore. Dico di essere un’artista visuale, che la mia istruzione e il mio background sono relativi all’illustrazione, che lavoro con sculture su piccola scala, che il materiale che ho utilizzato negli ultimi 7 o 8 anni è stata la carta, che sto esplorando l’arte del quilling e che per molti anni ho lavorato su soggetti anatomici“.
Qual è l’opera più grande che ha realizzato con la tecnica del quilling?
““Jardin” è la più ampia che ho completato fino a oggi. Si tratta di un pezzo ispirato a un tappeto che misura 74cmx56cm“.
Che tipo di materiali utilizza di solito? E quali strumenti?
“Lavoro con carta di gelso giapponese, ultimamente anche coreana. Ho una buona taglierina Rotatrim, che taglia delle strisce di carta fino a 0,6 cm. Uso degli spilli, alcuni dei quali estremamente sottili, usati solitamente da entomologi per gli insetti, per avvolgere le strisce e creare delle spirali. Utilizzo punte di trapano, stecchette di legno e alcune pinze per gioielli con la punta arrotondata per dare forma alle spirali e altre pinzette per posizionarle. Possiedo uno strumento per la brunitura, probabilmente utilizzato da un graphic designer o un dentista, davvero utile per dare forma, piegare e appianare. Uso pannelli di isolamento Styrofoam come base e molti spilli per tenere al loro posto i piccoli elementi man mano che l’opera aumenta di dimensione. Utilizzo il PVA (colla bianca per la rilegatura dei libri) per incollare i vari elementi tra loro ed eventualmente per applicare l’intero pezzo a una tavola“.
Qual è il suo colore preferito?
“Se dovessi sceglierne uno sarebbe il rosso, ma a volte è il verde. Ciò che mi piace di più del colore sono le interessanti combinazioni e gli accostamenti insoliti“.
Quando lavora alla serie ‘tapis’, le piace giocare con i colori o preferisce rispettare determinati stili?
“Possiamo dire che inizio con un’idea generale di colore, un medaglione di un nero predominante, circondto da campi rossi, ma i colori specifici dei singoli elementi si evolvono con lo sviluppo del pezzo stesso. Dal momento che lavoro con carta tinta, devo utilizzare la palette disponibile, anche se la mia collezione di materiale è piuttosto ampia“.
C’è qualcosa che le piacerebbe realizzare, ma che richiederebbe molto tempo per essere completata?
“Quando stavo realizzando la serie sui tessuti, ispirata all’anatomia, avevo l’intenzione di creare una sezione corolale dell’intero corpo (da capo e piedi), ma poi ho iniziato la serie ‘Tapis‘“.
Progetti e gusto personale
Sta lavorando a qualcosa di nuovo? Può dirci qualcosa sui suoi progetti futuri?
“Sono immersa nella realizzazione di un pezzo della serie ‘Tapis’. Ho iniziato quest’opera dal centro, senza pensare a quanto grande potrà essere. Penso che la scala dei singoli elementi a cui ho lavorato in precedenza (“Jardin”) sia un po’ costrittiva, perciò ho preferito che l’opera stessa e il materiale generassero la scala. Con tutte queste incognite all’avvio, non avevo realizzato, fino a quando non mi ci sono davvero concentrata, quanto tempo ci avrei messo per completare il pezzo. A questo punto, la mia stima è che sarà di circa 122×107 cm. Sono impaziente di terminare e iniziare qualcosa di più piccolo che mi permetta di sperimentare di più con i materiali e i motivi con cui sto lavorando (su lavori come “Gospel”)“.
Chi è l’artista preferito di Lisa Nilsson? E il movimento artistico?
“Cambia continuamente, ma alcuni che apprezzo da molto tempo sono: Robert Rauschenberg, Joseph Cornell e Otto Dix. In questi giorni sto guardando molte opere di William Morris. In quanto al movimento artistico devo dire che tendo ad apprezzare lavori e artisti singoli“.
C’è una donna che merita la sua reale ammirazione?
“Si, ci sono delle donne che ammiro, anche se tendo a concentrarmi di più sulla connessione che sull’ammirazione. Le donne a cui mi sento profondamente connessa sono, chiaramente, le donne della mia famiglia: mia mamma, mia sorella e le mie amiche. Ammiro i risultati o l’operato di alcune donne famose in campo artistico, ma non ho idea di come sono/fossero nel loro aspetto umano e privato. Le donne di cui ammiro i lavori o le azioni, hanno lo stesso insieme di caratteristiche che ammiro nelle donne che mi stanno intorno e di me stessa“.
L’arte può essere un mezzo per combattere gli stereotipi e la discriminazione relativa al mondo femminile?
“Si. Penso che vivere a pieno e rispettare il proprio essere, con qualunque mezzo e su qualunque scala, possa contribuire a questo scopo“.
Female World ringrazia Lisa Nilsson per la disponibilità e le augura il meglio per il suo lavoro.
COMMENTI
[…] Parliamo delle critiche relative alle modifiche grafiche all’immagine di Claudia Cardinale sulla locandina del Festival. Ma c’è ancora qualche giorno prima della conclusione e possiamo aspettarci di […]